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Bce: tassi fermi ma per il futuro non c’è certezza
AGI - La Banca centrale europea ha lasciato invariati i tassi di interesse, come previsto, ma non ha fornito indicazioni sulla sua prossima mossa, anche se gli investitori suggeriscono che sarà necessario un maggiore sostegno, dato che l'inflazione scenderà al di sotto dell'obiettivo il prossimo anno. La BCE ha dimezzato il suo tasso di riferimento fino a giugno, ma da allora lo ha mantenuto al 2%, affermando che l'economia dei 20 paesi dell'eurozona è in una "buona posizione", anche se non si può escludere un ulteriore allentamento. I dati recenti hanno confermato questa visione ottimistica, dando ai responsabili politici il tempo di capire come i dazi statunitensi, l'aumento della spesa pubblica tedesca, i tagli dei tassi della Federal Reserve e le turbolenze politiche in Francia potrebbero influire sulla crescita e sull'inflazione.
"Continuiamo a essere in una buona posizione", ha dichiarato la presidente della BCE Christine Lagarde in conferenza stampa, aggiungendo che l'inflazione è "dove vogliamo che sia", l'economia interna è solida e l'incertezza sul commercio globale si è attenuata dopo una serie di accordi tariffari con gli Stati Uniti. "Ma non siamo su un percorso prestabilito", ha aggiunto ribadendo il mantra della banca secondo cui le sue decisioni rimarranno dipendenti dai dati economici in arrivo e sottolineando che la decisione di oggi è stata presa all'unanimità. "Non sono né un falco né una colomba ma una civetta perché come le civette voglio guardare attorno a me a 360 gradi per prendere le decisioni migliori", ha evidenziato la numero uno della BCE ribadendo che ogni decisione sarà presa "meeting by meeting".
Rischi e opportunità per la crescita economica
"I rischi per la crescita economica sono divenuti più equilibrati - ha detto Lagarde - Sebbene i recenti accordi commerciali abbiano ridotto l'incertezza, il riaggravarsi delle relazioni commerciali potrebbe frenare ulteriormente le esportazioni e comprimere gli investimenti e i consumi. Le tensioni geopolitiche, come la guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono fra le principali fonti di incertezza". Per contro, "un incremento della spesa per difesa e infrastrutture superiore alle attese, insieme a riforme volte a sostenere la produttività, darebbe un contributo alla crescita".
Intervento sugli spread e stabilità finanziaria
Possibile poi, se dovesse essere necessario, un intervento sugli spread. "Monitoriamo sempre l'andamento del mercato. Il nostro obiettivo è, come sapete, la stabilità dei prezzi, ma abbiamo bisogno di stabilità finanziaria. E questo richiede un meccanismo di trasmissione della politica monetaria ben funzionante: crediamo di avere tutti gli strumenti necessari qualora tale trasmissione non si dimostrasse efficiente", ha spiegato. Il Tpi (Transmission Protection Instrument), lo strumento creato dalla BCE nel 2022 per contrastare attacchi di speculazione contro i titoli di stato europei, "non è stato discusso minimamente nella nostra riunione", ha concluso.
Proiezioni degli esperti della BCE sull'inflazione e la crescita
Le nuove proiezioni degli esperti della BCE tracciano un quadro dell'inflazione simile a quello dell'esercizio previsivo di giugno. Ne emerge che l'inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,1% nel 2025, all'1,7% nel 2026 e all'1,9% nel 2027; l'inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,4% nel 2025, all'1,9% nel 2026 e all'1,8% nel 2027. L'economia dovrebbe crescere dell'1,2% nel 2025, con una correzione al rialzo rispetto allo 0,9% atteso a giugno. La crescita prevista per il 2026 risulta ora lievemente inferiore, all'1,0%, mentre per il 2027 resta invariata, all'1,3%.