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Assegno di inclusione: cos’è, requisiti, come funziona
In sostituzione del Reddito di cittadinanza, il governo guidato da Giorgia Meloni ha previsto un nuovo strumento per il contrasto alla povertà. Si tratta dell’assegno di inclusione (Adi) che, così come previsto dal decreto lavoro, sarà attivo a partire dal 1° gennaio 2024.
Cos’è l’assegno di inclusione
Stando a quanto fin emerso, l’assegno di inclusione rappresenterà uno strumento di contrasto alla povertà e, dunque, di supporto a tutte le famiglie che presentano delle problematiche oggettive. Verrà infatti concesso ai nuclei familiari in difficoltà economiche e composti da una persona disabile, minore o da un anziano con più di 60 anni. Sono anche inclusi i nuclei che hanno al loro interno una persona in condizione di svantaggio e inserita in programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione. Oltre alla cittadinanza italiana, ai destinatari è poi chiesto un valore Isee non superiore a 9.360 euro e che nessun componente del nucleo familiare risulti essere intestatario di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc., immatricolati la prima volta nei 36 mesi antecedenti la richiesta. E ancora, altro motivo di esclusione è essere intestatari, a qualunque titolo, di navi e imbarcazioni da diporto e di aeromobili di ogni genere.
L’importo va da un minimo di 480 euro a un massimo di 6 mila
In merito alle somme previste dall’assegno di inclusione, queste vanno da un minimo di 480 euro ad un massimo di 6 mila euro annui moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza a cui si può aggiungere al massimo 3.360 euro annui in caso di affitto. Come intuibile, l’importo varia in relazione alla composizione del nucleo familiare e dei requisiti di Isee. Dal 2026, inoltre, è previsto che il beneficio economico venga adeguato alle variazioni dell’indice del costo della vita, mentre già a partire dal 2024 sarà esente dal pagamento dell’Irpef.