In Germania il governo è appeso a un filo. Scholz licenzia il ministro delle Finanze e chiede voto di fiducia il 15 gennaio

AGI - È crisi a Berlino. Il cancelliere Olaf Scholz dopo aver licenziato il ministro delle Finanze, Christian Lindner che chiedeva nuove elezioni

chiederà il voto di fiducia del Parlamento il 15 gennaio. "In questo modo, i membri del Parlamento potranno decidere se aprire la strada per le elezioni anticipate", che potrebbero tenersi entro la fine di marzo.

 

Il vertice di maggioranza per tentare di evitare una crisi di governo che si annuncia da giorni, non sembra quindi aver portato i frutti sperati.

Per evitare la caduta dell'esecutivo "nel momento peggiore", Scholz nel pomeriggio aveva riunito i leader della sua coalizione in un incontro che era stato già annunciato prima del risultato delle elezioni presidenziali americane. Il destino della coalizione 'semaforo' composta dai socialdemocratici, Verdi e liberali è appeso a un filo dopo mesi di litigi sulla rotta economica e di bilancio da dare alla Germania, sull'orlo della recessione. I leader della maggioranza sono riuniti in cancelleria dove potrebbero trascorrere parte della notte. L'esito è incerto.


Gli allarmi sono aumentati nel corso della giornata. Il vicecancelliere verde e ministro dell'Economia Robert Habeck ha invitato gli alleati alla ragione, sottolineando che con il ritorno di Trump al potere "il governo deve essere pienamente in grado di agire".

 

"Questo è il momento peggiore per il fallimento del governo", ha detto. La posta in gioco è alta, tanto che il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha parlato separatamente con Olaf Scholz e con il leader dell'opposizione conservatrice Friedrich Merz, scrive il quotidiano Bild. La vittoria di Donald Trump potrebbe costringere la coalizione a serrare i ranghi.

 

Il risultato delle elezioni americane "cambierà il mondo", ha avvertito mercoledì il leader dell'SPD Lars Klingbeil, invitando a trovare dei compromessi perché "non possiamo permetterci settimane di trattative all'interno del governo adesso". La Germania ha bisogno di un nuovo esecutivo unito e determinato, capace di parlare a Donald Trump "da pari a pari, con concetti chiari", ha invece sostenuto uno dei leader conservatori della CDU/CSU Jens Spahn, che chiede nuove elezioni. Le rotture della coalizione sono molto rare in Germania e Olaf Scholz vuole guidare il suo governo fino alle prossime elezioni legislative previste per il 28 settembre 2025. Il cancelliere ha invitato i suoi partner a dimostrare "pragmatismo" e non "ideologia" per "affrontare la sfida".

 

Un altro argomento contro le elezioni anticipate: i conservatori sono molto avanti nei sondaggi e Friedrich Merz diventerebbe molto probabilmente cancelliere. E il partito di estrema destra AfD, che ha fatto grandi progressi nelle ultime elezioni, è in agguato. Ma il divario tra i partiti della coalizione è diventato più evidente negli ultimi giorni, dopo la pubblicazione di un documento riservato del ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP), che contiene proposte economiche contrarie alla linea centrista seguita finora governo. I disaccordi si concentrano sulle soluzioni per rilanciare la più grande economia europea, che rischia di essere in recessione per il secondo anno consecutivo.

 

I socialdemocratici di Scholz cercano di preservare le loro priorità sociali; i Verdi di Robert Habeck spingono per la lotta al cambiamento climatico nonostante i costi della transizione, mentre i liberali sono ostinatamente concentrati sul rispetto dei drastici limiti costituzionali della Germania sul deficit di bilancio e sul debito. Lindner chiede anche la fine della "tassa di solidarietà" introdotta nel 1991, inizialmente per finanziare i costi della riunificazione della Germania, e l'abbandono da parte del suo Paese degli obiettivi climatici più ambiziosi di quelli fissati dall'Unione europea. Ha descritto il periodo attuale come "l'autunno delle decisioni", e ha minacciato che il suo partito potrebbe lasciare la coalizione se non ottenesse delle concessioni.

 

"Non fare nulla non è un'opzione", ha detto alla vigilia delle discussioni di mercoledì. La guerra dei nervi potrebbe continuare anche fino alla prossima settimana, quando il governo dovrà finalizzare la sua proposta di bilancio 2025. 

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