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Erri De Luca: «L’Italia starà a rimorchio degli attori Usa in sciopero»
«L’Italia starà a rimorchio delle lotte americane e dei loro risultati». Ospite del Giffoni Film Festival, in programma fino al 29 luglio, lo scrittore napoletano Erri De Luca ha commentato lo sciopero di attori e sceneggiatori di Hollywood, facendo un confronto anche con la situazione nel nostro Paese. Dalla mattina del 13 luglio, infatti, interpreti e lavoratori dello spettacolo statunitensi hanno incrociato le braccia per protestare contro le case di produzione per stipendi inadeguati all’era dello streaming e mancanza di garanzie sull’intelligenza artificiale. «Non è uno sciopero come tanti», ha spiegato De Luca. «Piuttosto sta cambiando i connotati di questa meravigliosa macchina che è il cinema». Lo scrittore aveva già manifestato solidarietà per la protesta negli Usa con un post su Instagram, in cui aveva supportato un’azione «pacifica, ordinata e di massa».
Erri De Luca sullo sciopero degli attori: «Ammiro la loro unione»
«In America lo sciopero del cinema è possibile grazie a un sindacato degli sceneggiatori e degli attori che esiste siccome parliamo di una grande industria», ha proseguito Erri De Luca. «La condizione del lavoro e del reddito di questi lavoratori si è di molto ridimensionata per la diffusione dei canali streaming». Lo scrittore ha poi sottolineato un sensibile impoverimento di maestranze indispensabili per la salute e la sopravvivenza del cinema che ha bisogno di maggiori tutele. Un fenomeno che però, d’altro canto, ha fortemente rafforzato la coesione dell’intero settore. «Quel che piace a me, come scrittore che ha un’attività individuale, è che ci sia questa grande unione di scrittori», ha spiegato De Luca. «Gli scrittori sono individualisti, ma lì no! Sono legati alla grande industria del cinema».
Ben diversa invece la situazione dell’Italia, che difetta rispetto agli Stati Uniti su più fondamentali. «Non penso che da noi, come in altre parti del mondo, ci sia quella massa critica di lavoratori uniti e solidali, quella possibilità di unione che invece in America esiste su larga scala», ha sottolineato Erri De Luca. Una mancanza che impedirà pertanto di reagire come un corpo unico e compatto e dunque di far sentire allo stesso modo la propria voce se non accodandosi agli altri. «Esiste da noi a malapena un sindacato lavoratori della comunicazione, sezione della Cgil», aveva scritto il 19 luglio su Instagram. «Non mi risulta che ci sia un segnale di solidarietà per il più vasto sciopero di scrittori nel mondo. Da lontano unisco la mia voce».