Voci sullo scambio di prigionieri, Israele nega: «Nessun accordo»

Tel Aviv smentisce le voci di un accordo – dato per certo dall’emittente Al Arabiya – per il rilascio di 100 donne e bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, in cambio di altrettante donne e minori ostaggi di Hamas. Lo ha comunicato una fonte politica israeliana alla tv pubblica Kan, aggiungendo che ci sono sforzi per fare tutto il possibile per recuperare gli ostaggi, in parallelo ai combattimenti. Che si stanno intensificando attorno all’ospedale al-Shifa, il più grande di Gaza: Hamas ha reso noto che un raid israeliano ha colpito alcuni reparti, uccidendo almeno 13 persone. Le forze israeliane ritengono che Yahya Sinwar, leader di Hamas, si trovi nei sotterranei della struttura. Migliaia le persone in fuga dall’area dell’ospedale.

La Jihad islamica smentisce: l’ospedale al-Shifa mai usato da milizie palestinesi

Il vicesegretario generale della Jihad islamica, Mohamad al-Hindi, ha smentito le affermazioni di Israele secondo cui l’ospedale al-Shifa di Gaza è stato utilizzato dai combattenti palestinesi. L’Idf ha comunicato di aver condotto «attività operative in una postazione militare» di Hamas e «in un complesso per l’addestramento» dell’organizzazione terroristica, sempre nell’area. Nel corso delle operazioni, i soldati hanno perquisito l’ufficio di Muhammad Sinwar, fratello del leader di Hamas.

Voci sullo scambio di prigionieri con Hamas, Israele nega: «Nessun accordo». Gli aggiornamenti sulla guerra in Medio Oriente.
Benjamin Netanyahu (Ansa).

Netanyahu: «L’esercito manterrà il controllo su Gaza anche dopo la guerra»

«L’esercito continuerà a mantenere il controllo su Gaza anche dopo la guerra. Non ci affideremo a forze internazionali». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu al termine di un incontro con i capi delle comunità a ridosso della Striscia. Poi ha ribadito che Israele non accetterà un cessate il fuoco. «Gaza è parte integrante dello Stato di Palestina e ci assumeremo tutte le nostre responsabilità nel quadro di una soluzione politica globale per la Cisgiordania, per la Striscia, per Gerusalemme Est», ha dichiarato il presidente palestinese Abu Mazen. «Soluzioni militari e di sicurezza non porteranno la pace a nessuno. Non accetteremo la rioccupazione di Gaza o il troncamento di parte del suo territorio».

Oltre 11 mila le vittime nella Striscia di Gaza

Sale ad almeno 11.078 il bilancio delle vittime da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia in rappresaglia agli attacchi del 7 ottobre. Lo riferisce il ministero della Sanità di Hamas. Il direttore del già citato ospedale al-Shifa ha detto di aver ricevuto «una cinquantina di corpi dopo il bombardamento di una scuola» nella città di Gaza, dove si rifugiano numerosi sfollati. Al Jazeera ha riferito inoltre che sfollati in fuga verso sud sarebbero stati colpiti da missili di Tel Aviv nei pressi di Wadi Gaza.

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Sfollati palestinesi nella Striscia di Gaza (Getty Images).

L’Idf si sta preparando ad attacchi da Iran o Iraq

«A causa dell’aumento dell’intensità della guerra contro i residenti civili di Gaza, l’espansione della portata della guerra è diventata inevitabile», ha detto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian. Come scrive Haaretz, l’esercito israeliano si sta preparando per la possibilità che lo Stato ebraico sia attaccato da altre regioni, ovvero Iran o Iraq, oltre che da Libano e Yemen, dove operano rispettiamente i terroristi di Hezbollah e i ribelli Houthi.

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