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Violenza di genere, la metà degli uomini non crede che in Italia ci sia una società patriarcale
L’80 per cento delle donne non si sente tranquilla a camminare per strada di notte, eppure la metà degli uomini non è d’accordo sull’esistenza di una società patriarcale in Italia. Sono due dei dati emersi da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per SkyTg24, che ha condotto un’indagine sulla popolazione per capire la sensibilità dell’opinione pubblica sul tema della violenza di genere, in un periodo di sentito dibattito sul tema a seguito del femminicidio di Giulia Cecchettin.
La metà degli uomini non crede che in Italia ci sia una società patriarcale e non si sente responsabile
Tra i dati che sono emersi dall’indagine, è interessante notare che per il 57 per cento degli intervistati l’Italia è una società patriarcale in cui le donne sono sempre subalterne agli uomini, ma il 50 per cento degli uomini è in disaccordo con questa affermazione (il 44 per cento concorda, il 6 per cento non sa). Il 69 per cento delle donne invece è d’accordo con l’affermazione, mentre il 27 per cento no. Inoltre, la maggioranza degli italiani (56 per cento) concorda sul fatto che tutti gli uomini si debbano sentire in parte responsabili dei femminicidi, che sono all’apice delle violenze risultanti dalla cultura maschilista che gli uomini, consapevolmente e inconsapevolmente, assecondano. Ma anche questo dato è trascinato dalle donne, che concordano nettamente con l’esistenza di una responsabilità collettiva (65 per cento), mentre la maggior parte degli uomini (51 per cento) non concorda (il 45 concorda, il 4 per cento non sa).
L’educazione nelle scuole è vista come la soluzione migliore per eliminare la violenza di genere
In merito alle soluzioni da mettere in campo per eliminare la violenza di genere, l’approccio ritenuto più efficace dagli intervistati per evitare il ripetersi dei femminicidi è l’insegnamento della parità di genere e dell’educazione affettiva nelle scuole (27 per cento). Nonostante la maggior parte veda favorevolmente la proposta del governo di un piano per l’educazione affettiva (79 per cento), meno di un italiano su due (47 per cento) ritiene che questo progetto sarà efficace. Tra le altre soluzioni da applicare, al secondo posto rimane l’inasprimento delle pene (21 per cento). Quest’ultima soluzione è sostenuta per la maggior parte dalle donne (25 per cento), mentre gli uomini ritengono più efficace l’approccio educativo. A seguire gli intervistati hanno indicato l’agevolare le denunce (19 per cento) e il potenziamento della rete di assistenza per le vittime di violenza (12 per cento). Percentuali più basse di intervistati hanno invece indicato come soluzione il raggiungimento della parità salariale tra uomini e donne. Un aspetto, quest’ultimo, che le ricercatrici degli studi genere ritengono fondamentale, in quanto l’indipendenza economica delle donne può fare la differenza nella possibilità di uscire da un contesto famigliare di violenza.
Solo una #donna su cinque si ritiene soddisfatta della risposta delle Forze dell'Ordine quando #denuncia un reato, secondo un sondaggio che avevamo condotto a maggio sulla sicurezza in generale. Un dato basso anche se confrontato con quello degli uomini. pic.twitter.com/Z87iWrHoJt
— YouTrend (@you_trend) November 24, 2023
Le opinioni sulla copertura mediatica del femminicidio di Giulia Cecchettin
Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha generato un dibattito nell’opinione pubblica di portata inedita. L’83 per cento degli italiani ha seguito con attenzione la vicenda, e nel valutare la copertura mediatica di questa storia sono divisi: il 45 per cento sostiene che i media abbiano dato la giusta importanza al problema, mentre per il 30 per cento sostiene che l’importanza attribuita non sia sufficiente, un’opinione sostenuta soprattuto dai giovani (34 per cento). Solo per il 15 per cento degli intervistati le fonti di informazione hanno dato un’importanza eccessiva al fenomeno.