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Viggiù, influencer tedeschi distruggono una statua di Enrico Butti
Si è verificato a Viggiù, in provincia di Varese, l’ennesimo episodio di vandalismo ai danni di un’opera culturale. Un gruppo di ragazzi tedeschi, tra i quali un influencer da 1,5 milioni di follower su Instagram, ha distrutto una statua attribuita allo scultore Enrico Butti situata al centro della fontana di Villa Alceo. Il tutto per girare un video da condividere sui social, creando un danno che si aggirerebbe intorno ai 100 mila euro. Irreparabile, per giunta, perché secondo gli esperti non ci sarebbe possibilità di restauro.
Il gesto ripreso dalle telecamere del B&B
La statua, pezzo unico in pietra, è alta 1 metro e 70 cm ed è stata realizzata dall’artista nella sua fase giovanile. Patrimonio della struttura, ma anche dell’intera comunità viggiutese di cui Butti aveva fatto parte, è andata completamente distrutta. Ad accorgersi del danno il gestore di Villa Alceo, Bed & Breakfast di lusso in via Sant’Elia, che a Varese News ha raccontato: «I ragazzi non hanno rispettato il divieto di entrare nella fontana e sono stati ripresi dalle telecamere della video sorveglianza mentre due di loro si abbracciavano alla statua facendola cadere e distruggendola, mentre quattro loro amici giravano video con i telefonini». L’uomo ha immediatamente denunciato l’accaduto ai carabinieri e ha preferito non fare pubblicamente i nomi dei vandali, tutti di età compresa tra 25 e 30 anni.
Per i ragazzi «quella statua era fatta di sabbia»
Nelle prime fasi di accertamento è emerso che l’influencer tedesco presente nel gruppo è Janis Danner, modello seguito da centinaia di migliaia di persone. Il ragazzo aveva affittato la villa insieme alla fidanzata Jessica De Oliveira, 918 mila follower, per festeggiare il compleanno di lei e ospitare diversi amici. Ma, nel pomeriggio di martedì 1 agosto, la festa è degenerata. I giovani hanno iniziato ad appendersi ai cornicioni per fare delle foto ricordo, a bere bottiglie di limoncello e, in ultimo, a distruggere il bene culturale. «Assistere a quella scena mi ha ricordato gli episodi storici di saccheggio delle città antiche, quando i barbari devastavano tutto e rovesciavano a terra le statue delle divinità in segno di disprezzo. Questo atto vandalico mi ha lasciato la stessa sensazione, anche perché io sono cresciuto a Villa Alceo e quella statua per me ha sempre avuto anche un grande valore affettivo. Era il simbolo della casa, la sua protettrice in un certo senso», ha aggiunto il gestore della struttura a Repubblica. Per giunta, ha concluso, il gruppo non si è nemmeno scusato e ha proposto di lasciargli 200 euro a titolo di risarcimento perché «secondo loro quella statua era fatta di sabbia».