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Urso, toccata e fuga a Monza e Sangiuliano fischiato a Venezia: le pillole di Lettera43
Le veline governative diffondono a raffica i proclami: «L’eccellenza musicale italiana protagonista al Gran Premio d’Italia di Formula 1, sarà Il Volo a interpretare l’Inno Nazionale. Il brano, composto da Goffredo Mameli, sarà uno dei momenti clou del pre Gp, con Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble che saranno accompagnati dalla banda musicale della Polizia di Stato. Il suggestivo pre-gara sarà caratterizzato anche da una danza tricolore sulle note del violino elettrico suonato da Andrea Casta. A suggellare l’evento, l’ormai tradizionale sorvolo delle Frecce Tricolori». Bene, bravi. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso coglie l’occasione e ci mette del suo, comunicando la personale «partecipazione alla cerimonia dell’inno nazionale al Gran Premio di Formula 1», a Monza. Che vuole dire? Che se ne va subito dopo? Per non oscurare il presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa? Come da tradizione, il più scaltro è Gennaro Sangiuliano, che nella città della monaca non ci va, preferendo altre mete: domenica infatti è a Scala, in provincia di Salerno, alla presentazione e proiezione in anteprima per la stampa del docufilm Beato Gerardo, il guerriero senza spada, in occasione della “tre giorni” di celebrazioni in onore del beato Gerardo Sasso, fondatore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Scritto da Paola Miletich, prodotto e diretto da Marco Capasso, gode dell’alto patrocinio del Sovrano Militare Ordine di Malta. Nel docufilm saranno presenti tra gli altri gli interventi del Gran Maestro dello Smom, fra’ John Timothy Dunlap, del custode di Terrasanta, padre Francesco Patton, e dello stesso ministro Sangiuliano. All’anteprima partecipano il principe e Gran maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, fra’ Dunlap, il card. Silvano Maria Tomasi, l’ambasciatore dell’Ordine di Malta presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi; il sindaco di Scala, Ivana Bottone, e i primi cittadini dei comuni della Costiera amalfitana. Altro che la Formula 1…

Sangiuliano e i fischi a Venezia
È andato a Venezia per la Mostra del cinema Gennaro Sangiuliano, ma nessuno ha parlato dei fischi e del coro «leggi i libri» urlato quando è apparso in laguna. Come mai?
Lucia si candida, e pure Gennarino
Alla fine nel Partito democratico vissero tutti infelici e scontenti. Perché? Lucia Annunziata, già presidente della Rai, sarà la capolista del Pd alle Europee , nella circoscrizione meridionale, facendo girare le scatole ai vari cacicchi presenti nel Sud Italia. A questo punto cosa farà Giorgia Meloni? Visto che la compagna Elly Schlein sceglie una donna, giornalista, risponderà mettendo in lista chi fa il suo stesso mestiere, ovvero l’attuale ministro per la Cultura Gennaro Sangiuliano, che finalmente, se eletto, potrà guadagnare più di quanto riesce a mettere in tasca da titolare di un dicastero.

Che fine ha fatto don Stanislao? È pro Ucraina
Tutti lo ricordano, don Stanislao, poi diventato cardinale, braccio destro di Papa Giovanni Paolo II. Polacco come il suo mentore, tiene un profilo basso ma continua la sua lotta “contro il comunismo”: e quindi non sta dalla parte di Papa Francesco, come spifferano in Vaticano. «La Madonna ancora piange, perché vede questi figli, cattolici e non cattolici, uomini che soffrono. E anche questa Madonna grida nella società europea e non solo: aiutate questi poveri che cercano di salvarsi, cercano una vita migliore», ha detto l’ex arcivescovo di Cracovia in quel di Siracusa, dove ha presieduto la celebrazione eucaristica nell’ultimo giorno dei festeggiamenti per la Lacrimazione di Maria. Il cardinale ha ricordato «il ripetersi del dramma dei tanti profughi che periscono nelle acque del Mediterraneo. Ella stessa piange sulla loro sorte, ma consola anche coloro che ne subiscono la morte. La Madonna delle Lacrime asciuga quelle di chi ha trovato in Europa le condizioni per una vita dignitosa. Oggi, una croce particolare del nostro continente europeo è la guerra in Ucraina. I nostri fratelli e sorelle che vivono in territorio ucraino sono diventati vittime dell’aggressione russa. Questa terra viene loro sottratta, come pure il loro diritto alla vita, alla loro cultura e alla loro lingua». Ma non ditelo al cardinale Matteo Zuppi…