Università Orientale di Napoli occupata: «Solidarietà alla Palestina»

Dopo la vandalizzazione dei manifesti sparsi per Napoli in cui erano raffigurati i volti dei palestinesi ostaggi di Hamas, la sede dell’Università l’Orientale del capoluogo campano è stata occupata da un gruppo di studenti che hanno esposto uno striscione a sostegno della Palestina. Sul drappo appeso al balcone centrale di Palazzo Giusso nella mattinata di lunedì 6 novembre si legge la scritta «Fino alla vittoria».

«Non vogliamo studiare in un’università complice di ciò che accade a Gaza»

I manifestanti hanno espresso in un lungo comunicato i motivi della protesta: «In queste ore la striscia di Gaza è ininterrottamente sotto assedio del governo israeliano nel silenzio e nella complicità degli Stati Uniti, dei governi occidentali e, non per ultimo, del governo italiano. Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio genocidio: è stato impedito l’accesso a Gaza di cibo, acqua, cure e carburante, i bombardamenti sono all’ordine del giorno e mirano indiscriminatamente case, scuole e ospedali». E ancora: «Sappiamo che il nostro ateneo, come altri nel resto del paese, intrattengono rapporti di partnerariato e scambio di ricerche con le università israeliane e l’apparato militare-industriale italiano. Non vogliamo studiare in un’università che si rende complice di ciò che sta facendo un governo coloniale e criminale come quello israeliano» Nel documento gli universitari occupanti si riferiscono «alla stretta connessione esistente tra il governo di Netanyahu e le università israeliane, dove vengono diffusi saperi che non sono neutrali e che, anzi, si sono resi indispensabili a un governo di apartheid e a un’occupazione che dura da 75 anni, fornendo incessantemente giustificazioni ideologiche e tecnologie militari al regime sionista».

Gli studenti chiedono lo stop agli accordi con gli atenei israeliani

Quindi le loro richieste: «Che l’università, nella figura del rettore Tottoli, si esponga pubblicamente a sostegno del popolo palestinese e per un cessate il fuoco immediato. Che l’università riconosca pubblicamente il genocidio della popolazione palestinese di cui è responsabile il governo israeliano. Che l’università condanni pubblicamente le gravi violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra commessi dal governo di Israele. Che cessino gli accordi tra L’Orientale e le università israeliane, in quanto complici del regime di oppressione coloniale di insediamento e di apartheid, di gravi violazioni di diritti umani, compreso lo sviluppo di armamenti, di dottrine militari e di giustificazioni “legali” per colpire indiscriminatamente tutto il popolo palestinese. Che cessi ogni forma di collaborazione, partnership e rapporti tra l’università e le aziende che producono armi come la Leonardo S.P.A e la sua fondazione med-or, complici dell’armamento dell’esercito israeliano e del potenziamento tecnologico dell’industria bellica israeliana».

Il rettore: «Non potete occupare uno spazio pubblico»

Il rettore dell’Università, Roberto Tottoli, ha chiesto agli occupanti di lasciare la sede dell’Ateneo: «Non potete occupare uno spazio pubblico, non potete parlare a nome di tutti gli studenti. Se questa è la vostra concezione della democrazia, complimenti». E ancora: «L’ateneo è impegnato a far prevalere innanzitutto le ragioni della pace e a cercare di capire questa realtà molto complessa. Dispiace perché questa attività viene interrotta con questa occupazione che trova l’unica ragione nell’esposizione della bandiera dalla facciata di Palazzo Giusso».

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