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Ue, nuova legge sul packaging: i prodotti che potrebbero essere vietati
Il Parlamento Ue ha approvato il Ppwr (Packaging and Packaging Waste Regulation), che regola l’utilizzo degli imballaggi nell’Unione europea, limitando l’uso di vari prodotti comuni nella vita quotidiana dei cittadini. Dall’utilizzo del cestino in legno per il camembert alle confezioni monouso in plastica, sono tanti i prodotti che potrebbero essere soggetti a un divieto a seguito della decisione da parte di Bruxelles. Molti, comunque, si oppongono a questa decisione, con diversi membri del parlamento europeo, anche spinti dalle lamentele dell’industria del settore, che hanno richiesto che la responsabilità passi al Consiglio Ue e al Trilogo a gennaio. I legislatori hanno approvato la risoluzione legislativa con 426 voti favorevoli, 125 contrari e 74 astensioni.
Stop a imballaggi di plastica usa e getta
Diversi i prodotti fuori legge, tra cui la confezione della panna da caffè e il cestino in legno del camembert. Questa nuova regolamentazione è stata fortemente promossa da Frans Timmermans, con l’obiettivo di ridurre drasticamente i rifiuti da imballaggio, che nel 2022 hanno raggiunto 84 milioni di tonnellate, con una media di 188,7 chili per cittadino europeo. L’obiettivo principale è eliminare le confezioni di plastica monouso utilizzate per frutta, verdura, sacchetti di plastica, shampoo, creme e altri prodotti offerti, ad esempio, dagli alberghi. Ci saranno divieti per bicchieri, vassoi, piatti usa e getta, bustine di zucchero e confezioni della panna da caffè. Le bevande sfuse dovranno essere consumate sul posto o vendute in bicchieri riutilizzabili. A partire dal 2025, i clienti potranno riempire il proprio contenitore con la bevanda acquistata.
L’impatto degli imballaggi e il riciclo che non è abbastanza
Entro il 2030, in conformità alle previsioni del Ppwr, il 20 per cento delle bevande senza alcol dovrà essere commercializzato in imballaggi riutilizzabili (e il 35 per cento entro il 2040). Per quanto riguarda le bevande alcoliche, gli obiettivi sono del 10 per cento entro il 2030 e del 25 per cento entro il 2040. Perplessità arrivano anche dal nostro Paese, che si conferma eccellenza europea per il riciclo, con il ministro per le imprese e il Made in Italy Adolfo Urso che a Strasburgo ha affermato che «il regolamento avrebbe un impatto molto pesante sul nostro sistema produttivo, ove non fosse modificato sostanzialmente». Il commissario europeo Virginijus Sinkevicius, però, pone l’accento sui limiti del riciclo: «L’Ue ha toccato un nuovo triste target, gli ultimi dati disponibili ci dicono che tra il 2010 e il 2021 i nostri rifiuti da imballaggio sono aumentati di oltre il 24 per cento, più rapidamente del Pil e della nostra capacità di riciclaggio. Solo nel 2021 abbiamo osservato l’aumento più significativo, del 6 per cento rispetto al 2010: il riciclo non è dunque abbastanza».