Ucraina in affanno tra mancanza di soldati e controffensiva inefficace

In una guerra di logoramento vince chi ha il respiro più lungo, chi ha più riserve, che riesce a stare a galla, mentre l’avversario affonda lentamente. Dopo il fallimento dell’opzione A, passeggiata su Kyiv e regime change istantaneo, la Russia dall’aprile del 2022 sta seguendo il piano B, cioè conflitto su lunga durata, pluriennale, con tattica del salame già adottata dal 2014: affettare un pezzo di Ucraina alla volta, finché le condizioni lo consentono, strappando terra all’ex repubblica sovietica che entrerà, chissà se e quando, comunque lacerata nell’Unione Europea e nella Nato, e accelerando la distribuzione dei pesi nel nuovo ordine mondiale.

Ucraina in affanno tra mancanza di soldati e controffensiva inefficace
Soldati ucraini nella regione di Donetsk (Getty Images).

La riconquista dei territori occupati, Crimea compresa, si è rivelata solo propaganda

L’andamento in questi oltre 18 mesi di guerra indica che le previsioni iniziali dell’Occidente, quelle di staccare la spina a Mosca attraverso le sanzioni e l’isolamento internazionale, si sono rivelate aria fritta, almeno per ora. Altrettanto si può dire, scendendo sul piano militare, dei pronostici fatti già nell’autunno dello scorso anno, di una riconquista ucraina dei territori occupati, Crimea compresa, già nel corso di questa estate. Basta andare a guardarsi le dichiarazioni di politici, militari e analisti per capire che qualcosa nelle valutazioni non ha funzionato, anche al netto della propaganda che pervade l’opinione pubblica dalla notoria memoria corta. La controffensiva ucraina, annunciata in pompa magna dalla fine del 2022 e iniziata a giugno del 2023, è in atto da oltre tre mesi e ha prodotto poco, meno senz’altro di quanto sperato e promesso. I motivi sono vari e vanno naturalmente da quello che ha messo sul tavolo la Russia, nonostante i problemi interni, Prigozhin innanzitutto, ai deficit ucraini e dell’alleanza occidentale. E qui si ritorna al discorso della guerra di logoramento e alle riserve di Mosca e di Kyiv.

Ucraina in affanno tra mancanza di soldati e controffensiva inefficace
Il fronte di Kreminna, a Lugansk (Getty Images).

Kyiv, sul lungo periodo, soffrirà la mancanza di uomini

Guardando alla situazione ucraina è chiaro ora, come lo era anche prima dell’inizio del conflitto, sulla carta quindi, che sul lungo periodo i problemi riguardano in primo luogo armi e uomini. Questione di quantità e numeri, appunto. Nelle ultime settimane è risultato evidente quanto Kyiv dipenda per la sua difesa e per il contrattacco dagli aiuti occidentali, nel senso che gli armamenti non bastano mai. A questi in realtà si può comunque supplire, dato che le riserve e le nuovi produzioni Nato potranno comunque competere con quelle russe. Diverso invece il discorso per gli uomini: qui il divario e i limiti ucraini sono lampanti. Non è un caso che Kyiv stia iniziando a cambiare i meccanismi per il reclutamento, stringendo le maglie sui permessi di chi può evitare o ha evitato la coscrizione, dagli studenti sopra i 30 anni a chi se ne è andato temporaneamente all’estero passando per chi ha fornito certificati medici falsi. Nelle forze armate saranno chiamati anche coloro che prima ne erano esclusi per ragioni di salute, da chi soffre di leggere patologie mentali a chi è affetto da Hiv, ma non mostra sintomi; e anche le donne dovranno dare un contributo maggiore, dato che da ottobre chi ha una formazione medica dovrà iscriversi agli uffici di reclutamento. Questo non implica l’invio immediato al fronte, ma è un segnale che i numeri si stanno assottigliando.

Ucraina in affanno tra mancanza di soldati e controffensiva inefficace
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Getty Images).

Il mistero sulle reali perdite ucraine

L’Ucraina conta insomma nel dettaglio le perdite russe, ma ha coperto le proprie e adesso sembra che stia iniziando a raschiare il fondo. Difficile dire se sia davvero così, ma è un fatto che le avvisaglie non sono incoraggianti, considerando anche il fatto che Mosca non pare avere gli stessi problemi. La questione non è di estrema attualità ma è in ogni caso fondamentale per la prospettiva futura, visto che a quanto pare la controffensiva ucraina non è in grado di sfondare e l’arrivo dell’autunno e della stagione fredda rallenterà le operazioni sul fronte. Sarà il secondo inverno di guerra. Anzi, il decimo, contando la prima guerra nel Donbass cominciata nel 2014.

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