Archivio
- Aprile 2025 (154)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (65)
- Gennaio 2018 (10)
Ucraina, il database delle opere d’arte di proprietà dei russi colpiti da sanzioni
Dal Salvator Mundi di Leonardo da Vinci a una delle Shot Marilyns di Andy Warhol, fino a un trittico di Francis Bacon da 86 milioni di dollari. Sono solo alcune delle oltre 300 opere d’arte di proprietà di cittadini russi sotto sanzioni occidentali che sono state inserite in un database, appena creato dall’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione allo scopo di «rendere più facili i controlli da parte dei mercanti d’arte» e, di contro, «più difficile per gli oligarchi la vendita di tali beni».
Le opere d’arte possono essere vendute con relativa facilità oltre i confini nazionali
Secondo un recente rapporto della Financial Action Task Force, organo di controllo intergovernativo sul riciclaggio, nel 2021 il mercato dell’arte e delle antichità ha avuto un valore globale di 65 miliardi di dollari (59 milioni di euro). E certamente non è diminuito nell’ultimo biennio, durante il quale gli oligarchi russi sono stati particolarmente attivi nel «nascondere e riciclare i propri soldi attraverso gli oggetti d’arte». Le sanzioni occidentali puntano a limitare le possibilità, per i ricchi russi che traggono profitto o alimentano la guerra in Ucraina, di muovere le loro fortune in tutto il mondo. Ma le opere d’arte possono essere vendute con relativa facilità oltre i confini nazionali senza allertare le autorità. Da qui la necessità di creare un database che potesse raggrupparle. E di fare affidamento sugli operatori del settore più virtuosi.

Tra gli oligarchi citati c’è Roman Abramovich, che ha collezionato importanti pezzi d’arte
Il portale elenca dipinti, sculture e gioielli che si pensa siano stati acquistati e venduti negli ultimi anni dai super ricchi russi «come scappatoia per aggirare le sanzioni». Il database, spiega l’agenzia di Kyiv, permetterà di individuare questi beni artistici in modo da congelarli e confiscarli, in vista di un «futuro trasferimento in Ucraina». Tra i collezionisti citati sul portale c’è Roman Abramovich, che nel 2008 si aggiudicato all’asta un trittico di Francis Bacon del 1976, pagandolo 86 milioni di dollari. Tra i pezzi noti della collezione privata dell’ex proprietario del Chelsea ci sono poi la Femme de Venise I di Alberto Giacometti, scultura acquistata sempre nel 2008 per 14 milioni di dollari. E anche otto album della serie Ten Characters dell’artista concettuale Ilya Kabakov. Nel database apparte poi il Salvator Mundi (forse) di Leonardo, acquistato per 75 milioni nel 2013 dal miliardario Dmitry Rybolovlev e poi rivenduto a un principe saudita. Tra gli oligarchi citati c’è poi Mikhail Fridman, stretto alleato di Putin e co-fondatore della multinazionale Alfa Group, che nel 2013 ha acquisito una delle quattro Shot Marilyns di Warhol.

Il valore complessivo delle opere individuate è di oltre un miliardo di dollari
Nell’elenco figurano inoltre pezzi di Claude Monet, Damien Hirst e Auguste Rodin. E facolltosi russi come Viatcheslav Kantor, a capo del gruppo Acron, uno dei principali produttori e distributori di fertilizzanti minerali al mondo, l’editrice Daria Zhukova e il rapper Timati, tutti sotto sanzioni. «Il processo di aggiornamento delle informazioni è piuttosto complicato, perché non ci sono dati ufficiali sui reali proprietari di oggetti d’arte. Formalmente possono essere anche i loro parenti, oppure il proprietario può cambiare più volte in brevi periodi di tempo», spiega l’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione. Il valore complessivo stimato delle opere individuate è di 1,3 miliardi di dollari (1,2 miliardi di euro).