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Trump agli operai in sciopero: «Il nemico sono le auto elettriche»
Un’ora di arringa agli operai dell’automotive riuniti in un capannone a Detroit. Così Donald Trump sostiene la protesta. «Sono qui per difendere la working class, combattere la classe politica corrotta e – sottolinea – proteggere il lavoro made in Usa, l’american dream sul profitto straniero». Accuse a Biden, definito «il presidente più corrotto e incompetente della storia Usa», di essere andato mercoledì 27 settembre in un picchetto sindacale solo per «una photo opportunity», «parlando per pochi secondi senza sapere cosa stava dicendo e dov’era». E attaccandolo perché spinge sui veicoli elettrici, che cancelleranno «migliaia di posti di lavoro» e favoriranno la Cina, da cui la sua famiglia «ha ricevuto soldi».
Trump: «Tra due anni sarete tutti senza lavoro»
L’ex presidente degli Stati Uniti ha quindi dichiarato che non è importante se lo sciopero dei lavoratori dell’auto porterà a un accordo favorevole nei negoziati con Ford, General Motors e Stellantis, perché «nel giro di due anni perderete il lavoro». Noncurante dei sui guai giudiziari – «ogni volta che mi incriminano salgo nei sondaggi perché la gente mi conosce», dice Trump – rilancia la sua “America First”, contrapponendola a quella che definisce l’“America last” di Biden. Votare per Joe Biden renderà l’industria dell’auto “made in China”, ha messo in guardia. Poi, parlando di se in terza persona, ha detto che invece «il presidente Trump ritiene che il futuro dell’auto sarà fatto dall’energia americana, sostenuta dai fornitori americani e costruita dalle mani sapienti degli americani e con alti salari». Infine la previsione nefasta per li operai: «Non fa la minima differenza quello che ottenete nei negoziati perché tra due anni sarete tutti senza lavoro», sostenendo che la transizione verso i veicoli elettrici spinta da Biden li renderà obsoleti e distruggerà migliaia di posti di lavoro. Biden invece si è schierato apertamente con gli operai in sciopero, affermando che «meritano un sensibile aumento», la loro «giusta parte» di «profitti record».