Terzo polo ai ferri corti, Calenda: «Verificheremo le intenzioni di Iv sui gruppi comuni»

«Del Twiga non ci importa nulla. Di chi lo frequenta meno ancora. Se persone appartenenti al gruppo Azione/ItaliaViva vanno a cena con un ministro di cui abbiamo chiesto le dimissioni c’è un problema di opportunità evidente. Capalbio, Richetti e il grillismo non c’entrano nulla». Lo scrive su Twitter Carlo Calenda, leader di Azione. «Roberto Giachetti oggi ha chiesto la separazione dei gruppi parlamentari di Azione e Italia Viva. I gruppi lavorano bene insieme su molte questioni di merito. Ma non vi è dubbio dal salario minimo alla Commissione Covid e all’elezione diretta del premier stanno emergendo differenze rilevanti. Nei prossimi giorni verificheremo con i vertici di Italia Viva le loro intenzioni», scrive ancora Calenda.

Sul salario minimo attacca anche Benzoni

Insomma nel Terzo polo, o in quello che ne rimane, si respira aria da resa dei conti finale. Anche il deputato di Azione, Fabrizio Benzoni, attacca il partito di Matteo Renzi. L’argomento è sempre il salario minimo: «Agli amici di Italia Viva che motivano la scelta di non aver firmato il testo delle altre opposizioni sul salario minimo, affermando di non voler aumentare le tasse, suggerisco un supplemento di lettura. Leggendo il testo, non fermandosi alle sole firme, ci si accorge facilmente che è previsto un sostegno economico ai datori di lavoro e NON un aumento delle tasse», ha twittato. Risponde piccato il senatore Ivan Scalfarotto: «Interessante, Fabrizio. E come lo finanziamo, di grazia, questo fondo?».

Calenda parla delle divergenze con Renzi e Italia Viva: «Verificheremo le loro intenzioni»
Carlo Calenda e Matteo Renzi (Imagoeconomica).

Renzi sull’elezione diretta del premier: «Significa difendere le istituzioni»

Dal canto suo, per ora Matteo Renzi preferisce non reagire agli attacchi. Parla, invece, dell’elezione diretta del «sindaco d’Italia», scrivendo: «La proposta è semplice: il cittadino elegge il capo del governo come elegge il sindaco. Non è solo una mia proposta: è l’impegno che il Terzo polo, tutto unito, ha messo nel programma. Inutile lamentarsi dell’astensionismo se poi uno va a votare e il suo voto non conta. Eleggere direttamente il premier significa difendere le istituzioni in un momento di crisi della democrazia nel mondo».

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