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Terremoto in Marocco, il racconto dall’Umbria: «Ho perso 18 parenti»
«Nel terremoto in Marocco ho perso 18 parenti e la mia amica del cuore, Fatima, morta assieme alla sua figlia di 14 anni»: è un racconto drammatico quello che fa all’ANSA Hanane Chattabi, cittadina marocchina che da una ventina di anni vive a Foligno. «I miei cugini, e i miei zii erano nei villaggi più colpiti dal sisma, vicino a Marrakech», aggiunge. «Il mio papà fortunatamente sta bene», sottolinea Chattabi, «e anche la sua casa non ha riportato danni, invece uno dei miei fratelli è stato davvero miracolato».
Il toccante racconto di Hanane Chattabi: «Io e Fatima eravamo cresciute insieme»
«Qualche giorno prima del terremoto era partito per una vacanza, la sua casa è stata rasa al suolo, meno male che dentro non c’era nessuno». Al dolore per aver perso i parenti, si è aggiunto quello per la sua amica. «Faccio fatica ancora a credere che sia accaduto tutto questo. Quando martedì sera mi è stato detto che tra le vittime c’era anche Fatima mi è caduto il mondo addosso, siamo cresciute insieme», racconta Hanane, una operatrice socio sanitaria. «Lei con la figlia», aggiunge, «non abitavano in quel territorio, erano andate qualche giorno fa a casa di una zia ed hanno trovato la morte».
«Non capisco perché il Marocco non accetti gli aiuti»
«Le notizie che arrivano attraverso i telegiornali» dice ancora la donna, «a volte non raccontano bene la situazione, i miei amici che vivono a Marrakech parlano di una catastrofe senza limiti e hanno bisogno di aiuti. Non comprendo bene perché il Marocco ancora non accetti quelli di tutti i Paesi, ma so che ha bisogno di essere supportato per riprendersi da questa catastrofe». «Assieme ad altri rappresentanti della comunità marocchina stiamo cercando, nel nostro limite, di fare qualcosa per la nostra gente, ma qui servono dei sostegni nazionali», aggiunge ancora Chattabi. «Da quello che mi raccontano», aggiunge, «manca tutto, anche il latte per i bambini. Se avessi la possibilità di farlo andrei immediatamente giù a dare un aiuto, il mio cuore adesso più che mai è in Marocco».