Terna, volano stracci tra Meloni e l’ad Di Foggia

E adesso a Giorgia Meloni scoppia pure la grana di Terna dove, nella recente tornata di nomine, inopinatamente si era battuta per piazzare come ad Giuseppina di Foggia. Uno scazzo clamoroso avvenuto sotto gli occhi di tutti i principali manager italiani accorsi l’altra sera a villa Doria Pamphili per ascoltare la premier che chiedeva finanziamenti per le prossime Olimpiadi di Milano Cortina 2026. A fine serata Meloni, cercando di sfuggire a occhi indiscreti, si è appartata con Di Foggia dicendole che era molto insoddisfatta del suo operato alla guida del colosso della rete elettrica, anche perché i report che le arrivano dall’intelligence l’hanno informata che l’ad di non si fa mai vedere nella sede operativa della Tiburtina ma solo in quella di rappresentanza in centro, a pochi passi da Palazzo Chigi.

Terna, volano stracci tra Meloni e l'ad Di Foggia
L’ad Terna Giuseppina Di Foggia (Imagoeconomica).

Di Foggia fa piazza pulita e licenzia Scornajenchi, Del Villano e Paolucci

Inoltre, a sentire i consiglieri d’amministrazione più influenti, Di Foggia non ha idea di come si gestisca una società quotata in Borsa anche perché in Nokia si limitava a vendere apparecchiature a soli tre clienti: Tim, Open Fiber e Fastweb. Lo scontro con Meloni nasce dalla richiesta della premier di rafforzare la squadra con un direttore generale e le veniva indicato il cfo Agostino Scornajenchi, peraltro presidente di Andaf, l’associazione italiana direttori amministrativi e finanziari, e stimatissimo dai cacciatori di teste. Per tutta risposta Di Foggia, che si vanta di avere l’appoggio del Quirinale, non solo – come scrive Repubblica – ha licenziato il manager ma ha messo alla porta figure storiche di Terna come Giuseppe Del Villano, direttore corporate affairs, e Massimiliano Paolucci, il direttore della comunicazione. Ruolo quest’ultimo che Di Foggia ha affidato ad interim all’inglese David Massey. Per giustificarsi ha detto di seguire il “metodo Cattaneo“, il quale appena arrivato in Enel ha fatto piazza pulita della prima linea. La differenza è però che Cattaneo ha una grande esperienza in società quotate mentre Di Foggia ne è completamente a digiuno.

Terna, volano stracci tra Meloni e l'ad Di Foggia
Agostino Scornajenchi (Imagoeconomica).

Il cda Terna è spaccato: almeno sette dei 13 consiglieri sarebbero pronti a sfiduciare l’ad

Il cda appare spaccato e sembra ormai che almeno sette dei 13 consiglieri siano pronti a sfiduciarla anche perché non la ritengono in grado di gestire una società così strategica. In particolar modo sono pessimi i rapporti con il presidente Igor De Biasio, nominato in quota Lega, che si lamenta di non ricevere informazioni dall’ad. Bel successo per la premier che si era battuta per piazzarla in Terna sacrificando uno dei suoi fedelissimi della prima ora come Stefano Donnarumma che aveva ben gestito la società in questi anni.

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