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Tajani sogna il Quirinale e le altre pillole della giornata
Tra alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia Sergio Mattarella piace per un motivo singolare: la firma. Già, perché il capo dello Stato appone una “M” quando sigla le lettere da inviare. E ai nostalgici, che non mancano, ricorda tanto quella di Benito Mussolini…
Tajani sogna il Quirinale
«Antonio Tajani si è montato la testa. Da quando è morto Silvio Berlusconi ed è stato ‘incoronato’ da Marina e Pier Silvio chi lo ferma più», affermano alcuni eletti di Forza Italia, «parla sempre lentamente, però comanda senza chiedere a nessuno». E chi è vicino al ministro degli Affari esteri assicura che le ambizioni all’ex giornalista monarchico non mancano: diventare presidente della Repubblica, dopo Sergio Mattarella. Un disegno che ha anche un senso, visto che i debiti del partito ammontano a 100 milioni di euro, e che Matteo Renzi è pronto ad attirare gli elettori verso il suo movimento. Per alcuni sembra un sogno, per altri un incubo. Comunque Tajani ci pensa.
Bianca Farina non va in pensione
Ultime da poltronissima: l’assemblea di Consorzi Agrari d’Italia, primo soggetto nazionale totalmente integrato nella filiera agroindustriale, ha deliberato la nomina del nuovo consiglio di amministrazione e Maria Bianca Farina alla carica di presidente. Persa la cadrega di Poste Italiane, Farina non è certo rimasta a guardare: nell’entusiastica nota dei consorzi si sottolinea che «ha maturato una lunga esperienza come dirigente di azienda e nell’impegno civile», conquistando anche un posto di «membro del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, una struttura sotto la giurisdizione della Santa Sede, a Roma». Classe 1940, Farina non ha certo voglia di andare in pensione…

Due Sgarbi al prezzo di uno
C’è una presentazione di un libro edito da La Nave di Teseo con Elisabetta Sgarbi? E arriva anche il fratello, il sottosegretario alla Cultura Vittorio (che poi guai a dire a Elisabetta che è la sorella di Vittorio, che ci scappa il cazziatone). Accadrà anche martedì 25 luglio, nel pomeriggio, nell’aulica Accademia Nazionale di San Luca, nel centro di Roma: viene evocato l’artista Tito Balestra in occasione del centenario della nascita, e la fondazione a lui intitolata, tra le iniziative culturali progettate, illustra la nuova edizione dell’intera opera in versi di raccolta in un unico volume «che percorre la fulminante parabola poetica di una delle voci più originali del Novecento italiano», dicono alla casa editrice sgarbiana. Balestra visse a Roma, dal 1946 al 1976, ed è stato uno dei protagonisti della cultura italiana del Dopoguerra. «I suoi rapporti con gli artisti, gli scrittori, i protagonisti del cinema hanno scandito il periodo d’oro della cultura Italiana che a fatica risorgeva dopo il periodo bellico. La sua vita e la sua opera lasciano un’eredità importante ma a volte un po’ dimenticata nonostante gli sforzi della Fondazione Tito Balestra Onlus di Longiano che accoglie e valorizza, da oltre quattro decenni, il Museo a lui dedicato nel Castello Malatestiano. La sua collezione, oltre 2300 opere dei maggiori artisti del ‘900, la sua biblioteca e il suo archivio costituiscono un unicum in Romagna». C’è spazio per tutti e due, Elisabetta e Vittorio, con un’occasione del genere.
