Suicidio di Ruffino, si indaga sugli acquisti delle azioni di Visibilia

È passato poco meno di un mese dal suicidio di Giuseppe Reale Ruffino, il 60enne manager presidente di Visibilia Editore, e i motivi del suo gesto continuano a essere un mistero. Esclusi dall’autopsia i motivi di salute, si scava nelle ultime settimane di vita dell’imprenditore titolare della Sif Italia. Ed è proprio sugli acquisti di azioni Visibilia fatte da quest’ultima in un periodo che comprende giugno e luglio che si è acceso un faro della procura di Milano.

Il sospetto: reati di insider trading e aggiotaggio

Di recente era divenuta pubblico, grazie e a comunicazioni della stessa Visibilia, che Sif in più fasi negli ultimi due mesi aveva comprato in Borsa poco meno di 2,3 milioni di titoli. Il sospetto, su cui stanno indagando il procuratore aggiunto Laura Pedio e il pm Maria Gravina, è che si possa riscontrare i reati di insider trading e aggiotaggio.

Istigazione al suicidio? Ruffino era fortemente turbato…

Intanto i magistrati titolari dell’inchiesta sul caso Visibilia, che vede tra gli indagati la stessa Daniela Santanchè, lavorano anche sull’ipotesi di istigazione al suicidio su cui hanno aperto un fascicolo all’indomani della morte di Ruffino, su cui tutt’ora i familiari non sono in grado di fornire una spiegazione. Per ora l’unico indizio è il forte turbamento manifestato dal manager dopo che il 22 giugno, a seguito dell’esposto presentato dai soci di minoranza contro la vecchia gestione di Visibilia, gli inquirenti avevano depositato due relazioni del consulente di parte Nicola Pecchiari, in cui il professionista parlava di «bilanci inattendibili», irregolarità finanziarie «estremamente significative», e un deficit «occultato» dagli ex vertici.

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