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Strage di Mestre, il procuratore Cherchi: «Non sapevamo da un anno del guardrail»
Bruno Cherchi, il procuratore di Venezia chiamato a fare chiarezza sull’incidente dello scorso 3 ottobre, quando un bus è precipitato dal cavalcavia, ha smentito la notizia secondo cui da oltre un anno erano presenti nei suoi uffici i documenti sullo stato della Vempa di Mestre. Il procuratore, come rivela Open, ha affermato: «Su un presunto fascicolo relativo a dei crolli di cemento dal cavalcavia dell’incidente segnalati alla Procura negli anni scorsi stiamo facendo accertamenti, io non ne ho memoria».
Cherchi: «Stiamo verificando»
Il procuratore di Venezia ha poi proseguito: «In Procura nessuno si ricorda della vicenda. Stiamo facendo degli accertamenti ma se ad esempio non c’è stato reato penale scatta l’archiviazione perché manca il delitto. Comunque i miei uffici stanno verificando». Secondo le indiscrezioni dei giorni precedenti alle dichiarazioni di Cherchi, invece, gli uffici giudiziari avevano acquisito materiale dopo la denuncia sul pessimo stato dell’infrastruttura da parte della stampa locale. Nel 2021 si erano anche staccati alcuni pezzi di calcinaccio dal cavalcavia.
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Fondamentali le testimonianze
Cherchi ha poi spiegato che «quello che è certo, e che hanno riferito i testimoni, è che il bus ha strisciato sul guardrail con la fiancata destra mentre la sinistra, è stato accertato, non ha alcun segno». Il procuratore ha poi concluso: «Stiamo sentendo i testimoni man mano che sono nella condizione di essere sentiti, non solo per lo stato fisico ma soprattutto quello psicologico: sono persone che hanno subito un trauma e che hanno perso parenti. Le testimonianze quando saranno complete diventeranno una sorta di ‘unicum’ per lavorare su certezze attraverso la messa assieme di tutti gli elementi concordanti, e quindi saranno affiancate dagli esiti delle perizie tecniche per avere un quadro d’insieme».