Stipendio dei deputati, Schlein si dissocia da Fassino: «Parla a titolo personale»

La prima a prendere le distanze da Piero Fassino dopo l’intervento sull’indennità da parlamentare che a suo dire non è certo uno «stipendio d’oro» (dimenticando però di citare le altre voci della busta paga di un eletto) è stata la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein: «Fassino ha parlato a titolo personale, in dissenso rispetto al voto del Pd. Noi continuiamo a batterci per il salario minimo». L’uscita di Fassino, contro l’odg di Fratelli d’Italia e del M5s sullo stop ai vitalizi definito pura «demagogia e populismo», si è però rivelata un boomerang vista la battaglia delle opposizioni contro la cancellazione del reddito di cittadinanza e per il salario minimo.

Fassino, una storia di profezie sbagliate

Piero Fassino non è certo nuovo a gaffe e profezie sbagliate, diventate negli anni un suo marchio di fabbrica. Nell’agosto 2016 per esempio, pochi mesi prima del Referendum costituzionale voluto da Renzi, sentenziò che il Pd non poteva fallire. Com’è andata lo sappiamo. Nel 2009 sfidò direttamente Beppe Grillo: «Se vuol fare politica fondi un partito, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende». Anche questa profezia ormai è entrata nella storia.

 

La lista non è finita. Perché nel 2015, da sindaco uscente di Torino, si rivolse con queste parole all’allora consigliera M5s Chiara Appendino: «Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare». Detto, fatto: alle Comunali del 2015 la pentastellata vinse con il 54,6 per cento contro il 45,4 per cento del candidato dem. In tempi molto più recenti Fassino si è espresso anche sull’Ucraina. Poco prima che Putin desse il via alla cosiddetta operazione militare speciale, il dem aveva detto: «Non prevedo l’invasione dell’Ucraina». A dire il vero, non fu l’unico a sbagliare analisi. Una manciata di giorni dopo in una intervista al Piccolo si spinse oltre: sul possibile utilizzo di armi nucleari da parte di Mosca Fassino rispose sicuro: «Non credo che convenga, in primis, proprio a Putin: il mondo si può distruggere una volta sola. È questo che vuole? Non penso». Concetto ribadito anche su La7: «Se scoppia una bomba nucleare scoppia in Russia, mica sulla Luna, Putin così ucciderebbe il suo popolo». Da allora, viste le reiterate minacce del Cremlino, sui social e non solo, c’è chi continua a fare gli scongiuri.

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