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Stefano Cucchi, tre carabinieri a rischio processo per depistaggio
Sono accusati di avere detto il falso durante le indagini e il successivo processo Cucchi Ter che vedeva imputati appartenenti dell’Arma e di avere depistato le indagini sulla morte del geometra romano morto nel 2009. Per questo tre carabinieri rischiano di finire a processo per le accuse, a seconda delle posizioni, di depistaggio e falso. I pm di Roma hanno chiuso le indagini nei confronti di Maurizio Bertolino, all’epoca dei fatti maresciallo presso la stazione di Tor Sapienza, Fortunato Prospero, all’epoca capitano e comandante della sezione infortunistica e polizia giudiziaria presso il nucleo Radio Mobile di Roma e il collega di quest’ultimo Giuseppe Perri, all’epoca dei fatti maresciallo.
Udienza preliminare il 21 dicembre
L’udienza preliminare è stata fissata per il 21 dicembre 2023. Parti offese nel procedimento saranno il ministero della Giustizia, la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, e il padre della vittima, Giovanni. Con loro anche altri agenti della polizia penitenziaria e il carabiniere Riccardo Casamassima. Grazie alle dichiarazioni di quest’ultimo sono state riaperte le indagini. Gli indagati, invece, avrebbero «ostacolato e sviato» il procedimento con dichiarazioni false nel corso del tempo.

Stefano Cucchi avrebbe compiuto 45 anni l’1 ottobre
La notizia arriva a poco più di una settimana da quello che sarebbe stato il 45esimo compleanno di Stefan Cucchi. L’1 ottobre scorso è stata la sorella Ilaria, attivista e senatrice di Sinistra italiana, a ricordarlo con un post su Facebook: «Oggi è il tuo compleanno. Oggi papà torna a casa, casa nostra. Dove si sente forte l’assenza tua e di mamma ma dove vi si respira ancora», prosegue Ilaria. «Sei diventato tuo malgrado simbolo dei tanti, troppi, ultimi. E va bene così. Abbiamo fatto la storia ed abbiamo, un pochino, risvegliato le coscienze. Però avrei tanto voluto poter festeggiare con te i tuoi 45 anni. Oggi». Stefano è stato arrestato il 15 ottobre 2009 con addosso alcuni grammi di droga ed è morto una settimana dopo all’ospedale Pertini per le percosse subite in cella.