Sottomarino scomparso in visita al Titanic: chi è a bordo e cosa è successo

Proseguono le ricerche del Titan, il sottomarino scomparso mentre si avvicinava al relitto del Titanic sul fondo dell’Oceano Atlantico. A bordo cinque persone che, come hanno confermato gli esperti, avrebbero al massimo 96 ore di ossigeno. Confermata la presenza di Hamish Harding, 58enne imprenditore britannico a capo della Action Aviation, società legata all’aviazione negli Emirati Arabi. Poche ore prima di iniziare il viaggio, aveva condiviso il suo entusiasmo sui social. Assieme a lui Paul-Henri Nargeolet, 76enne fra i più esperti del Titanic che nel 1987 guidò il Nautilus, sommergibile che certificò la presenza della nave sul fondale oceanico. Probabile, anche se non vi sono conferme, che a bordo del Titan ci sia anche Stockton Rush, ingegnere aerospaziale nonché ceo e fondatore della OceanGate Expeditions che ha organizzato la visita.

Proseguono le ricerche del Titan, il sottomarino scomparso mentre si avvicinava al relitto del Titanic sul fondo dell’Oceano Atlantico. A bordo cinque persone che, come hanno confermato gli esperti, avrebbero al massimo 96 ore di ossigeno. Confermata la presenza di Hamish Harding, 58enne imprenditore britannico a capo della Action Aviation, società legata all’aviazione negli Emirati Arabi. Egli stesso, poche ore prima di iniziare il viaggio, aveva condiviso il suo entusiasmo sui social. Assieme a lui Paul-Henri Nargeolet, 76enne fra i più esperti del Titanic che nel 1987 guidò il Nautilus, sommergibile che certificò la presenza della nave sul fondale oceanico. Probabile, anche se non vi sono conferme, che a bordo del Titan ci sia anche Stockton Rush, ingegnere aerospaziale nonché ceo e fondatore della Ocean Gate Expedition che ha organizzato la visita. Cos’è il sottomarino Titan e cosa potrebbe essere andato storto Sottomarino di ricerca e rilevamento, il Titan è uno dei più avanzati mezzi in grado di operare immersioni ad elevate profondità. Lungo appena 6,7 metri, grazie allo scafo in titanio e fibra di carbonio secondo Ocean Gate può raggiungere il transatlantico con un comodo margine di sicurezza. Per muoversi, come riporta il Guardian, utilizza quattro propulsori elettrici che alimentano anche telecamere, luci e scanner. Quanto alle comunicazioni, non potendo fare affidamento su torri radio e cellulari, si appoggia alla tecnologia satellitare di StarLink di Elon Musk. La riserva di ossigeno al suo interno è di 96 ore, ma la missione è partita alle ore 6 del mattino di domenica 18 giugno. Pertanto, con un rapido calcolo, dovrebbe esaurirsi completamente nella mattinata di giovedì 22 giugno. Il limite è però indicativo, in quanto potrebbe assottigliarsi a seconda della frequenza respiratoria degli occupanti. https://twitter.com/OceanGateExped/status/1670876600152526848 Al momento è difficile stabilire cosa sia andato storto, tanto che gli esperti hanno presentato più ipotesi. Si pensa infatti a un guasto elettrico oppure a un problema con il sistema di comunicazione. Non si esclude però che il sottomarino sia rimasto incastrato nel relitto del Titanic oppure nei detriti che lo circondano sul fondale oceanico. «È molto pericoloso, perché ci sono pezzi dappertutto», ha spiegato al Guardian Frank Owen, direttore del progetto di fuga e salvataggio del sommergibile. In tal caso, lo stesso Titan potrebbe utilizzare alcuni pesi di caduta in grado di riportarlo in superficie, dove attirare l’attenzione grazie a segnali luminosi e altre apparecchiature. Secondo le prime ricostruzioni di velocità e rotta, al momento della sua sparizione il sottomarino non era lontano dal Titanic. Veicoli telecomandati e perlustrazioni aeree, le opzioni per il recupero Al momento, aerei statunitensi e canadesi stanno perlustrando l’area in superficie, nell’eventualità che il sottomarino sia riuscito ad emergere. «La caccia è complessa», ha sottolineato John Mauger, primo comandante distrettuale della Guardia costiera americana. Ocean Gate è invece al lavoro per portare sul luogo un veicolo telecomandato in grado di raggiungere i 6 mila metri di profondità, ben oltre dunque quella stimata del Titan. Agganciandolo infatti allo scafo di una nave, è possibile mappare la zona con sonar e telecamere. Potrebbe però volerci molto tempo per distinguere i detriti e le rocce dal sottomarino. Inoltre, qualora fosse intatto ma incastrato nel relitto, sarebbe quasi impossibile raggiungerlo con i mezzi di soccorso. «C’è ancora tempo e a bordo hanno gli strumenti adatti», ha concluso l’ad di Ocean Gate, Mark Butler. «Preghiamo che tornino tutti sani e salvi».
Hamish Harding in uno scatto pubblicato poco prima della partenza (Harding, Facebook)

Cos’è il sottomarino Titan e cosa può essere andato storto

Sottomarino di ricerca e rilevamento, il Titan è uno dei più avanzati mezzi in grado di operare immersioni a grandi profondità. Lungo appena 6,7 metri, grazie allo scafo in titanio e fibra di carbonio secondo OceanGate può raggiungere il transatlantico con buoni margini di sicurezza. Per muoversi, come riporta il Guardian, utilizza quattro propulsori elettrici che alimentano anche telecamere, luci e scanner. Quanto alle comunicazioni, non potendo fare affidamento su torri radio e cellulari, si appoggia alla tecnologia satellitare di Starlink di Elon Musk. La riserva di ossigeno al suo interno è di 96 ore, ma la missione è partita alle 6 del mattino di domenica 18 giugno. Pertanto, con un rapido calcolo, dovrebbe esaurirsi completamente nella mattinata di giovedì 22 giugno. Il limite è però indicativo, in quanto potrebbe assottigliarsi a seconda della frequenza respiratoria degli occupanti.

Al momento è difficile stabilire cosa sia andato storto, tanto che gli esperti hanno presentato più ipotesi. Si pensa infatti a un guasto elettrico oppure a un problema con il sistema di comunicazione. Non si esclude però che il sottomarino sia rimasto incastrato nel relitto del Titanic oppure nei detriti che lo circondano. «È molto pericoloso, perché ci sono detriti ovunque», ha spiegato al Guardian Frank Owen, direttore del progetto di salvataggio del sommergibile. In tal caso, lo stesso Titan potrebbe utilizzare alcuni strumenti in grado di riportarlo in superficie, dove attirare l’attenzione grazie a segnali luminosi e altre apparecchiature. Secondo le prime ricostruzioni di velocità e rotta, al momento della sua sparizione il sottomarino non era lontano dal relitto.

Veicoli telecomandati e perlustrazioni aeree, le opzioni per il recupero

Al momento, aerei statunitensi e canadesi stanno perlustrando l’area nell’eventualità che il sottomarino sia riuscito ad emergere. «La ricerca è complessa», ha sottolineato John Mauger, primo comandante distrettuale della Guardia costiera americana. OceanGate è invece al lavoro per portare sul luogo un veicolo telecomandato in grado di raggiungere i 6 mila metri di profondità, ben oltre dunque quella stimata del Titan. Agganciandolo allo scafo di una nave, è possibile mappare la zona con sonar e telecamere. Potrebbe però servire molto tempo per distinguere i detriti e le rocce dal mezzo. Inoltre, qualora fosse intatto ma incastrato nel relitto, sarebbe quasi impossibile raggiungerlo con i mezzi di soccorso. «C’è ancora tempo e a bordo hanno gli strumenti adatti», ha concluso l’ad di OceanGate, Mark Butler. «Preghiamo che tornino tutti sani e salvi».

Proseguono le ricerche del Titan, il sottomarino scomparso mentre si avvicinava al relitto del Titanic sul fondo dell’Oceano Atlantico. A bordo cinque persone che, come hanno confermato gli esperti, avrebbero al massimo 96 ore di ossigeno. Confermata la presenza di Hamish Harding, 58enne imprenditore britannico a capo della Action Aviation, società legata all’aviazione negli Emirati Arabi. Egli stesso, poche ore prima di iniziare il viaggio, aveva condiviso il suo entusiasmo sui social. Assieme a lui Paul-Henri Nargeolet, 76enne fra i più esperti del Titanic che nel 1987 guidò il Nautilus, sommergibile che certificò la presenza della nave sul fondale oceanico. Probabile, anche se non vi sono conferme, che a bordo del Titan ci sia anche Stockton Rush, ingegnere aerospaziale nonché ceo e fondatore della Ocean Gate Expedition che ha organizzato la visita. Cos’è il sottomarino Titan e cosa potrebbe essere andato storto Sottomarino di ricerca e rilevamento, il Titan è uno dei più avanzati mezzi in grado di operare immersioni ad elevate profondità. Lungo appena 6,7 metri, grazie allo scafo in titanio e fibra di carbonio secondo Ocean Gate può raggiungere il transatlantico con un comodo margine di sicurezza. Per muoversi, come riporta il Guardian, utilizza quattro propulsori elettrici che alimentano anche telecamere, luci e scanner. Quanto alle comunicazioni, non potendo fare affidamento su torri radio e cellulari, si appoggia alla tecnologia satellitare di StarLink di Elon Musk. La riserva di ossigeno al suo interno è di 96 ore, ma la missione è partita alle ore 6 del mattino di domenica 18 giugno. Pertanto, con un rapido calcolo, dovrebbe esaurirsi completamente nella mattinata di giovedì 22 giugno. Il limite è però indicativo, in quanto potrebbe assottigliarsi a seconda della frequenza respiratoria degli occupanti. https://twitter.com/OceanGateExped/status/1670876600152526848 Al momento è difficile stabilire cosa sia andato storto, tanto che gli esperti hanno presentato più ipotesi. Si pensa infatti a un guasto elettrico oppure a un problema con il sistema di comunicazione. Non si esclude però che il sottomarino sia rimasto incastrato nel relitto del Titanic oppure nei detriti che lo circondano sul fondale oceanico. «È molto pericoloso, perché ci sono pezzi dappertutto», ha spiegato al Guardian Frank Owen, direttore del progetto di fuga e salvataggio del sommergibile. In tal caso, lo stesso Titan potrebbe utilizzare alcuni pesi di caduta in grado di riportarlo in superficie, dove attirare l’attenzione grazie a segnali luminosi e altre apparecchiature. Secondo le prime ricostruzioni di velocità e rotta, al momento della sua sparizione il sottomarino non era lontano dal Titanic. Veicoli telecomandati e perlustrazioni aeree, le opzioni per il recupero Al momento, aerei statunitensi e canadesi stanno perlustrando l’area in superficie, nell’eventualità che il sottomarino sia riuscito ad emergere. «La caccia è complessa», ha sottolineato John Mauger, primo comandante distrettuale della Guardia costiera americana. Ocean Gate è invece al lavoro per portare sul luogo un veicolo telecomandato in grado di raggiungere i 6 mila metri di profondità, ben oltre dunque quella stimata del Titan. Agganciandolo infatti allo scafo di una nave, è possibile mappare la zona con sonar e telecamere. Potrebbe però volerci molto tempo per distinguere i detriti e le rocce dal sottomarino. Inoltre, qualora fosse intatto ma incastrato nel relitto, sarebbe quasi impossibile raggiungerlo con i mezzi di soccorso. «C’è ancora tempo e a bordo hanno gli strumenti adatti», ha concluso l’ad di Ocean Gate, Mark Butler. «Preghiamo che tornino tutti sani e salvi».
Il sottomarino Titan usato per la visita (Harding, Facebook)
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