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Smartphone a scuola, l’Unesco chiede il divieto globale
L’Unesco chiede il divieto globale di utilizzare gli smartphone a scuola. In un nuovo studio dal titolo Global Education Monitor, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura ha infatti posto l’attenzione sulle problematiche che un uso massiccio presenta durante l’apprendimento. A risentirne infatti non è solo il rendimento, ma la stabilità emotiva degli studenti, soprattutto dei bambini più piccoli, in troppi casi vittime del cyberbullismo. Pur riconoscendo il «potenziale incommensurabile» della rivoluzione digitale, che ha aiutato soprattutto in tempi difficili come la pandemia, per l’Unesco è fondamentale che l’uomo mantenga un controllo costante sull’istruzione tramite lezioni frontali e contatto diretto con gli alunni.
L’Unesco sugli smartphone a scuola: «Gli studenti sempre essere al primo posto»
«Non tutti i cambiamenti costituiscono un progresso», ha spiegato nel rapporto Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco. «La novità non sempre rappresenta la scelta migliore». È pertanto importante non abbracciare la tecnologia in «modo sconsiderato», in quanto il suo impatto sull’apprendimento viene in più occasioni «sopravvalutato o mal interpretato». L’Unesco ha poi invitato le autorità e i governi mondiali a concentrarsi non solo sulla salute degli studenti, ma sulla tutela dei loro diritti, difendendoli dall’odio online e preservando la loro privacy. «C’è un collegamento diretto tra l’uso smodato della tecnologia e la salute», ha precisato Azoulay, presentando i dati di alcune ricerche internazionali.
Lo studio dell’Unesco si è poi anche soffermato sugli anni della pandemia. Pur riconoscendo l’importanza delle lezioni online per salvare scuole e università durante il lockdown, ha parlato di una fase transitoria che non ha aggiunto nulla all’istruzione rispetto a quanto già presente in precedenza. Al contrario, la tecnologia ha messo in risalto le forti disuguaglianze nel mondo. A fronte di circa 1 miliardo di ragazzi connessi in Rete, milioni di studenti più poveri sono rimasti tagliati fuori poiché privi di un’infrastruttura digitale adeguata. Urge dunque un intervento globale che miri a una distribuzione equa dei benefici, per garantire a tutti gli studenti un accesso solido e duraturo all’istruzione digitale.
Dall’Italia alla Cina, la situazione nel mondo
Lo studio dell’Unesco ha passato in rassegna i sistemi educativi di 200 Paesi nel mondo. Uno su sei ha già vietato gli smartphone a scuola tramite una legge apposita oppure linee guida per gli istituti. In Italia l’ultimo provvedimento risale al 20 dicembre 2022 con una circolare del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Sperando in una «scuola seria», il divieto intendeva limitare gli «effetti dannosi che l’uso senza criterio può avere su memoria e spirito critico». Ben più rigida la Francia, che nel 2018 aveva vietato l’utilizzo degli smartphone in tutte le classi già a partire dalle scuole elementari. L’Olanda introdurrà il divieto dal gennaio 2024, salvo casi eccezionali per ragioni di salute. In Cina gli studenti possono accedere a smartphone e device digitali solo per il 30 per cento delle ore di insegnamento, con regolari pause fra un utilizzo e l’altro.