Sifilide in aumento: nel 2020 oltre 7 milioni di casi nel mondo

La sifilide per decenni è stata considerata in declino ma ancora oggi continua a costituire una minaccia. L’Organizzazione mondiale della sanità ha registrato nel 2020 7,1 milioni di casi a livello globale, in continuo aumento. Particolarmente colpito il Canada, dove si è registrato un + 389 per cento delle infezioni fra 2011 e 2019. Non va meglio negli Usa, in Brasile e nel Regno Unito che nel 2022 ha toccato il picco di contagi dal Secondo Dopoguerra. Sebbene sia in parte evitabile con l’utilizzo di profilattici e curabile, la malattia preoccupa in quanto simbolo di un crollo della sanità pubblica. Senza dimenticare le disparità nei trattamenti per ragioni di razzismo, come testimoniano alcuni casi fra Stati Uniti e Brasile.

Record di casi di sifilide fra 2020 e 2021 in Usa, Canada, Brasile e Giappone. Per gli esperti è simbolo di una crisi della sanità pubblica.
Un cartellone negli Usa in cui si chiede attenzione alla sifilide (Getty Images).

Sifilide in aumento: i numeri nel mondo, dal Canada agli States

Fra 2020 e 2021, gli Usa hanno registrato un aumento del 32 per cento delle infezioni, la crescita maggiore in 70 anni. Particolarmente diffusa la sifilide congenita, in cui una madre, dopo averla contratta dal partner, la trasmette al figlio durante la gravidanza. «Circa 20 anni fa credevamo di essere sul punto di debellare la malattia», ha spiegato alla Bbc Leandro Mena del Centers for Disease Control and Prevention. «I numeri però ci testimoniano il contrario». Oltre 200 le morti infantili nel Paese, specialmente in Mississippi dove dal 2016 al 2021 le infezioni sono aumentate del 900 per cento. Un fenomeno che in particolar modo colpisce le donne afroamericane o di origine ispanica, oltre a senzatetto e tossicodipendenti. «Iniquità e razzismo sono ancora diffusi nella sanità  e nelle infrastrutture», ha sottolineato la dottoressa Maria Sundaram.

Record di casi di sifilide fra 2020 e 2021 in Usa, Canada, Brasile e Giappone. Per gli esperti è simbolo di una crisi della sanità pubblica.
Un cliente acquista un pacco di profilattici in farmacia (Getty Images).

Non va meglio nella contea californiana di Kern, dove nel 2018 si è registrato il 17 per cento dei casi di sifilide dell’intero Stato. La metà riguardava donne di origine latina, entrate clandestinamente nel Paese. Discorso simile anche per il Brasile, dove i tassi di sifilide più elevati si riscontrano nelle donne nere con bassi livelli di scolarizzazione. Molto spesso, infatti, le persone meno abbienti faticano ad accedere agli screening di prevenzione oppure a un’adeguata assistenza nella gravidanza. Particolarmente evidente poi l’aumento delle infezioni di sifilide in Canada. Uno studio della Public Health Agency ha evidenziato possibili collegamenti con la pandemia da Covid-19, che ha influenzato la domanda di accesso ai servizi e ai test di prevenzione. Un calo di attenzione nella popolazione cui la sanità non ha saputo porre freno.

Il caso del Giappone e il legame con le app di appuntamenti

Infine, particolare è il caso del Giappone dove uno studio del 2019 ha collegato l’aumento dei casi di sifilide all’utilizzo delle app per appuntamenti. Sempre più spesso gli abitanti del Sol Levante ricorrono a tali servizi per avere rapporti sessuali non protetti con le prostituite, che a loro volta non si sottopongono a test e controlli medici. «La maggior parte di loro preferisce il guadagno alla salute», ha spiegato Sasaki Chiwawa, che si occupa di cultura giovanile in Giappone. «Se contraggono la malattia o contagiano i loro clienti, parlano di sfortuna». Consultare un medico non è sempre facile, in quanto la sifilide rappresenta ancora un tabù non solo nel Sol Levante, ma in tutto il mondo. «Bisogna liberarsi da questo disagio», hanno concluso gli esperti. «Dobbiamo parlarne come di un semplice raffreddore».

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