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Serie A, la piattaforma che blocca i siti pirata può debuttare con Juve-Napoli
La piattaforma contro i siti pirata che trasmettono le gare della Serie A è vicina al debutto. Dopo l’approvazione della nuova legge anti pirateria, formalizzata a luglio, si è atteso per mesi che il portale con cui le autorità puntano a bloccare i domini su cui vengono mandate in onda illegalmente le partite entrasse in funzione. Adesso c’è una data: venerdì 7 dicembre. O almeno questo è quanto previsto all’interno del decreto legge Caivano, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e secondo il quale la piattaforma dovrà essere operativo già da quella data, in concomitanza con il match tra Juventus e Napoli.
Cosa farà la piattaforma
Come spiegato da Gazzetta dello Sport, la piattaforma permetterà ad AgCom di bloccare gli ip illegali entro 30 minuti dalla loro individuazione. E questo consentirà a Guardia di Finanza e Polizia postale di risalire alle persone che fruiscono in maniera illecita dei contenuti. Chi usufruisce dei contenuti con abbonamenti pirata potrà essere multato. Ma spesso gli utenti non sanno che i propri dati vengono raccolti dagli hacker e il rischio è di essere truffati o di subire accessi diretti ai conti correnti.
I numeri della pirateria: 3 milioni di abbonati alle Iptv
Secondo una ricerca Fapav/Ipsos, in Italia si è passati dai 14,7 milioni di atti illegali del 2017 ai quasi 41 milioni del 2022. Si tratta di un incremento del 178 per cento in cinque anni. Solo tra il 2021 e il 2022 l’aumento è stato del 26 per cento. Sarebbero 8 milioni i pirati occasionali, con almeno 5 atti di pirateria all’anno. Ma sono le Iptv illegali a preoccupare. Gli abbonati a questo genere di piattaforma sono circa 3 milioni, il 6 per cento della popolazione italiana che ha più di 15 anni. Si parla di un giro d’affari di oltre 350 milioni di euro.
Azzi: «La Serie A perde cifre enormi»
Il Ceo di Dazn, Stefano Azzi, ha più volte chiesto di intervenire. E nell’analizzare il fenomeno ha ribadito: «Il valore che l’ecosistema della Serie A perde ogni anno è enorme e la cifra equivale più o meno alla somma agli ingaggi delle stelle più pagate al mondo. Parliamo di campioni come Messi, Haaland, Mbappé, Neymar e De Bruyne. Abbiamo di fronte un grande problema culturale. La ricerca condotta da Fapav/Ipsos testimonia che il pubblico di consumatori che fruisce illegalmente dello sport, nel nostro Paese, è per lo più concentrato tra coloro che hanno un livello di istruzione più elevato e tra gli occupati. Questo ci dice che la pirateria è un fatto socialmente accettato».