Semi di piante infestanti germogliano dopo 144 anni

L’erba cattiva non muore mai. Proverbio della tradizione antica, ha ora una conferma in più grazie alle nuove rivelazioni di uno studio secolare della Michigan State University, negli Usa. Dopo 144 anni, infatti, alcuni semi hanno generato dei germogli di verbasco, specie erbacea appartenente alle angiosperme. Si tratta di una ricerca inaugurata nel lontano 1879 dal botanico William J. Beal, che intendeva aiutare gli agricoltori a combattere le erbacce ancor prima dello sviluppo dei fertilizzanti. Oggi fondamentale per il mantenimento delle banche dei semi e per la conservazione delle specie rare e in via di estinzione, tale analisi proseguirà almeno fino al 2100, quando è prevista la raccolta dell’ultimo campione.

Un esperimento secolare della Michigan University ha fatto germogliare 20 piantine da semi di 144 anni. Il prossimo rilevamento nel 2040.
Gli scienziati a lavoro per studiare i semi (MCU, Screenshot YouTube).

Semi di piante infestanti in bottiglia, i dettagli dell’esperimento secolare

Lo studio, che riporta anche l’identikit genetico delle piantine, è disponibile integralmente sulla rivista American Journal of Botany. Qui è possibile anche avere una panoramica dell’intero esperimento, che prosegue ininterrottamente da quasi 150 anni. Nel 1879, infatti, il professor Beal posizionò 50 semi di 23 specie differenti di piante infestanti in 20 bottigliette di vetro. Dopo averle riempite con sabbia, le mise a testa in giù nel terreno affinché l’acqua non potesse accumularsi e stagnare all’interno. Inizialmente, il protocollo prevedeva di disseppellirne una a cadenza regolare di cinque anni per verificare la salute dei semi e controllare che fossero in grado di germogliare. Nel 1920, tuttavia, si decise di allungare l’intervallo a 10 anni, mentre nel 1980 si optò per portarlo a un ventennio.

Il numero dei germogli si è ridotto sistematicamente con il passare del tempo. I semi conservati all’interno della 14esima bottiglia, prelevata nel 2021, hanno generato 20 piantine di verbasco. Sfruttando anche le moderne tecnologie della genetica, gli scienziati americani hanno scoperto sorprendentemente che si tratta di due specie distinte. Sebbene 19 infatti appartenessero al Verbascum blattaria, presente anche in Italia, una è invece un ibrido fra il blattaria e il Verbascum Thapsus. «Nell’Ottocento, il professor Beal disse di aver utilizzato solo semi di un tipo, ma eventualmente deve esserci stato un errore», ha spiegato Grace Fleming, assistente di biologia, sul sito della Michigan University. «Non poteva però saperlo, dato che la struttura del Dna era sconosciuta all’epoca».

La prossima raccolta dei campioni avverrà solamente nel 2040

«Negli oltre 140 anni trascorsi dall’inizio dell’esperimento, la questione della longevità dei semi ha acquisito maggiore rilevanza», ha dichiarato il professor Lars Brudvig. «I risultati aiuteranno a capire quali specie di piante infestanti possono risultare più problematiche di altre». Il prossimo rilevamento è attualmente in programma per il 2040, ma non si esclude che la tabella di marcia possa cambiare ancora. «Potremmo prendere in considerazione di allungare i tempi di raccolta a un trentennio», ha precisato David Lowry, che si è occupato di sequenziare il Dna delle piantine. «È però ancora troppo presto per fare progetti».

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