Scontri tra Israele e Hezbollah, rischio di escalation con l’Iran

L’annunciata invasione israeliana di Gaza, con le truppe schierate al confine e i tank già in posizione, rischia di scoperchiare il vaso di Pandora in Medio Oriente, con un escalation del conflitto in tutta la regione dagli esiti imprevedibili. Si sono intensificati gli scontri con gli Hezbollah in Libano, alleati dell’Iran. E da Teheran è arrivato un avvertimento chiaro: «Nessuno può garantire il controllo della situazione» se Israele invade la Striscia, è stato il monito del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian dopo un incontro a Doha con il leader di Hamas Ismail Haniyeh. Un quadro complessivo che ha spinto il segretario di Stato Usa Antony Blinken a tornare di nuovo in Israele dopo un tour nella regione. E la Casa Bianca ad ammettere apertamente – per bocca del consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan – di «non poter escludere che l’Iran scelga di impegnarsi direttamente in qualche modo».

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Sale il bilancio delle vittime

A Gaza, secondo l’Onu, ci sono oramai circa un milione di sfollati e il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha fatto sapere che sono circa 600 mila quelli che hanno lasciato il nord della Striscia per spostarsi a sud, secondo l’ordine dato dall’esercito stesso. Il bilancio dei morti intanto sta salendo ogni giorno di più. A Gaza – secondo il ministero della Sanità locale – sono 2.670, con 9.600 feriti. Secondo i servizi di pronto soccorso della Striscia ci sono inoltre 1.000 dispersi tra le macerie degli edifici distrutti dai raid israeliani, con i mezzi di recupero che non hanno più benzina per muoversi. Israele, anche sotto la pressione internazionale, ha deciso di riaprire le forniture di acqua all’enclave palestinese nel sud. In Israele le vittime sono arrivate ad oltre 1400 (289 i soldati uccisi), mentre i feriti sono più di 3.000. Gli israeliani che hanno lasciato il sud (soprattutto Sderot) e il nord del Paese sono, secondo i media, circa 60mila.

Esplosioni su Gaza (Getty Images)

Verso la riapertura del valico di Rafah

Il valico di frontiera di Rafah che collega la Striscia di Gaza all’Egitto dovrebbe essere riaperto alle 9 di lunedì 16 ottobre, le 8 in Italia, fino alle 14 ora locale. Lo riferisce Nbc New citando Kamel Khatib, rappresentante dell’ambasciata palestinese. L’apertura permetterà ai cittadini stranieri di uscire dall’enclave palestinese assediata e permetterà l’ingresso di beni umanitari.

Abu Mazen: «Le azioni di Hamas non rappresentano il popolo palestinese»

“Le politiche e le azioni di Hamas non rappresentano il popolo palestinese«, ha detto il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen durante un colloquio con il presidente venezuelano Nicolas Maduro, stando all’agenzia palestinese Wafa, secondo cui Abu Mazen ha inoltre sottolineato che L’Olp (organizzazione per la liberazione della Palestina) è la unica rappresentante legittima del popolo palestinese.

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