Sciopero a Hollywood, pronti a fermarsi gli attori: cosa sta succedendo

Hollywood rischia di paralizzarsi. Sta per scadere il termine per trovare un nuovo accordo fra il sindacato degli attori Sag-Aftra e gli studi di produzione cinematografica, fissato per la mezzanotte del 12 luglio. Qualora anche gli ultimi colloqui non portassero a un risultato, gli attori sono pronti allo sciopero e unirsi alla protesta degli sceneggiatori, in corso dal 2 maggio. Sarebbe la prima volta dal 1960, quando Ronald Reagan, prima di diventare presidente, guidava il sindacato nella lotta contro l’impatto della televisione sul cinema. A rischio dozzine di film e serie tv che potrebbero persino essere del tutto cancellati. Il comunicato del Sag-Aftra: «Siamo impegnati nella negoziazione ed esauriremo ogni opportunità per concludere un accordo».

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Sciopero a Hollywood, gli streamer chiedono l’intervento di un’agenzia federale

Come riporta l’Hollywood Reporter, il Ceo di Netflix Ted Sarandos, i co-presidenti di Disney Entertainment Dana Walden e Alan Bergman e il capo della Warner Bros-Discovery David Zaslav hanno chiesto e ottenuto la mediazione di un’agenzia federale. Pur avendo acconsentito, il sindacato Sag-Aftra non intende concedere un’ulteriore proroga alle trattative. «Non ci faremo manipolare da questo cinico stratagemma per prendere tempo», si legge in un comunicato sul sito ufficiale. «Vogliamo raggiungere un accordo equo e giusto entro le nostre scadenze». Le due parti hanno sottolineato che manterranno il silenzio stampa fino alla conclusione delle trattative. Se, come ipotizzano i media statunitensi, si arrivasse a un nulla di fatto, lo sciopero degli attori partirebbe già giovedì 13 luglio, paralizzando Hollywood.

Gli attori di Hollywood sono pronti allo sciopero se non si troverà un accordo entro la mezzanotte del 12 luglio. A rischio film e serie tv.
La protesta degli sceneggiatori per le strade di Los Angeles (Getty Images).

Come gli sceneggiatori, anche gli attori chiedono un adeguamento dei salari all’era dello streaming. In base ai contratti in vigore fino al 12 luglio, come ha riportato la Bbc, ogni interprete incassa un compenso dalle repliche in televisione dei suoi film. Diverso il caso per le produzioni online, per cui i ricavi sono inferiori o quasi nulli. Preoccupa inoltre lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. In grado di riprodurre copie perfette degli attori, potrebbe un giorno rimpiazzarli, limitando le opportunità sul set. A tal proposito, il 29 giugno circa 1000 interpreti hanno firmato una lettera aperta in cui si dicevano «pronti allo sciopero se necessario». Fra i promotori anche star del calibro di Jennifer Lawrence, Meryl Streep e Mark Ruffalo.

Da Stranger Things 5 a The Last of Us 2, le serie già posticipate

La lista delle serie tv e dei film sospesi per lo sciopero è già molto lunga. Deadline ha confermato lo stop alla produzione di American Dad a data da destinarsi. Discorso simile per Stranger Things 5 e American Horror Story 12, che aveva già iniziato le riprese a New York prima del 2 maggio. Ferma anche la seconda stagione di Andor, spin off di Star Wars su Disney+. «Ho interrotto il lavoro di scrittura», ha dichiarato il creatore e showrunner Tony Gilroy all’Hollywood Repoter. In attesa di sviluppi anche gli spin-off de Il Trono di Spade di HBO, House of the Dragon 2 e Il cavaliere dei sette regni, oltre alla seconda stagione di The Last of Us. Posticipato al 2024 l’inizio delle riprese di Blade Runner 2099, serie di Prime Video che proseguirà gli eventi del film di Denis Villeneuve. Stop anche allo sviluppo di Emily in Paris 4, Euphoria 3 e Gli anelli del Potere 2.

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