Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
Russia, la Duma approva la legge che vieta il cambio di sesso
La Duma russa ha approvato in terza e ultima lettura la proposta di legge che vieta in Russia gli interventi chirurgici per il cambio di sesso. Il divieto non si applica agli interventi medici relativi al trattamento di anomalie e malformazioni congenite, nonché di malattie genetiche ed endocrine associate alla ridotta formazione degli organi genitali nei bambini. Come riportano i media locali, hanno votato a favore tutti i 386 deputati presenti in aula.
In base alla legge chi ha cambiato sesso non potrà adottare bambini
Per diventare legge, la proposta deve essere ancora approvata dal Consiglio Federale, ovvero la camera alta del parlamento di Mosca, e firmata dal presidente Vladimir Putin: praticamente impossibile che incontri anche la minima opposizione. Il disegno di legge prevede che all’anagrafe sia vietato apportare modifiche ai documenti personali sulla base di certificati medici di cambio di genere. Chi ha cambiato sesso non potrà adottare bambini e, se uno dei due coniugi ha cambiato genere, il matrimonio sarà annullato. Il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, ha definito «puro satanismo» l’aumento del numero di transessuali tra gli adolescenti americani.
Negli ultimi cinque anni più di 2.700 russi hanno cambiato sesso sui documenti
Tra il 2018 e il 2022 più di 2.700 russi hanno cambiato sesso sui documenti. A giugno il deputato Pyotr Tolstoy, del partito di Putin “Russia Unita”, aveva dichiarato che la proposta di legge riguardava «l’erezione di una barriera alla penetrazione dell’ideologia occidentale contraria alla famiglia». Ancora prima, a dicembre, Putin aveva firmato una nuova legge che proibisce anche tra gli adulti «la promozione» di «relazioni sessuali non tradizionali» tra i minori. La norma, che ha reso potenzialmente impossibile ogni manifestazione pubblica in difesa dei diritti delle minoranze sessuali, è stata bocciata dalla Corte di Strasburgo perché discriminatoria e in quanto lesiva del diritto alla libertà d’espressione.