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Russia, il piano fallito per uccidere la “talpa” Alexander Poteyev
La Russia ha tentato di assassinare negli Stati Uniti l’ex ufficiale dell’intelligence Alexander Poteyev in un’operazione che – fallita – ha portato all’espulsione di 10 diplomatici dagli Usa. Lo scrive il New York Times, citando tre ex alti funzionari statunitensi rimasti anonimi. Dal 2000 al 2010 vice capo del Služba vnešnej razvedki (SVR), primo organismo di intelligence a prendere vita dopo lo scioglimento del KGB, Poteyev a partire dal 1999 aveva iniziato a lavorare segretamente con la Cia, contribuendo a rivelare l’esistenza di una rete nascosta di spie russe operanti negli Stati Uniti, tra cui anche Anna Chapman.
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Il compito di trovare Poteyev affidato a un microbiologo messicano
Anna Chapman, nata Anna Vasilyevna Kushchenko, abitava a New York quando il 27 giugno 2010 fu arrestata assieme ad altri nove agenti segreti, con l’accusa di lavorare per il cosiddetto “Illegals Program”, una rete di spie dormienti facenti parte non ufficialmente dell’SVR. Fuggito negli Usa pochi giorni prima che l’Fbi arrestasse le spie russe, il colonnello Poteyev è stato poi condannato in contumacia a 25 anni di carcere per tradimento. Secondo quanto rivelato dalle fonti del New York Times, Mosca nel 2019 ha reclutato al microbiologo messicano Hector Alejandro Cabrera Fuentes per localizzarlo a Miami Beach, in Florida: nel 2016, incredibilmente, Poteyev aveva fornito il suo vero nome per ottenere la licenza di pesca e iscriversi alle liste elettorali. L’operazione avrebbe varcato una linea: mai, per quanto si sappia, la Russia aveva preso di mira un informatore degli Usa sul suolo americano. L’intenzione c’era, ma non è andata come sperato dai russi: dopo aver attirato l’attenzione delle guardie che sorvegliavano il complesso residenziale all’interno del quale viveva Poteyev, Fuentes è stato infatti arrestato a febbraio del 2020 all’aeroporto di Miami, mentre cercava di tornare in Messico.
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L’arresto di Fuentes e l’espulsione di 10 diplomatici russi dagli States
Incastrato da una foto della targa dell’auto di Poteyev sul suo smartphone, una volta in arresto Fuentes ha rivelato alle autorità statunitensi i suoi contatti con un funzionario russo, che il Dipartimento di giustizia ha dettagliato in una denuncia: il messicano nei mesi precedenti si era incontrato più volte con il suo contatto, scambiandosi informazioni sull’uomo finito nel mirino di Mosca. A seguito di quanto accaduto, gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni e l’espulsione di 10 diplomatici russi, presunte spie, nell’aprile 2021. In risposta, poco dopo la Russia ha espulso 10 diplomatici americani. Dato più volte per molto dalla Russia, Poteyev continua a vivere negli Stati Uniti con una nuova identità.