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Rublo a picco, ma così giù da marzo 2022
Continua l’indebolimento del rublo contro le principali valute estere. La valuta russa scambia a 101,498 sul dollaro (+1,96 per cento) e a 111,127 sull’euro (+1,80 per cento), alle 12.30 ore italiane, toccando un nuovo minimo da marzo 2022, quando il conflitto in Ucraina era appena iniziato.
Nel 2023 il rublo ha perso il 30 per cento del suo valore rispetto al dollaro
Nei giorni successivi all’invasione Russa in Ucraina del 24 febbraio 2022, il rublo si era fortemente svalutato, toccando un picco di 140 per un dollaro. Poi la moneta aveva registrato un periodo di performance positivo di circa sei mesi, nel corso dei quali aveva raddoppiato il proprio valore raggiungendo il range dei 50-60 rubli per dollaro. Nel corso dell’anno, il rublo ha poi perso circa il 30 per cento del suo valore rispetto al dollaro Usa e all’euro. Ad alimentare la caduta verticale del rublo è stata una combinazione di fattori: sanzioni internazionali, riduzione delle entrate a causa del taglio alle esportazioni di petrolio, flussi valutari squilibrati, fuga di capitali, crisi della forza lavoro, con la sola industria bellica – in pratica – a sostenere l’economia di Mosca.

Le accuse del Cremlino alla Banca centrale della Federazione Russa
Maxim Oreshkin, consigliere economico di Vladimir Putin, ha dichiarato che il Cremlino vuole un rublo forte, attribuendo il crollo del 30 per cento registrato da inizio 2023 a una politica monetaria accomodante da parte della Banca centrale della Federazione Russa, che avrebbe «tutti gli strumenti per normalizzare la situazione nel prossimo futuro e garantire che i tassi sui prestiti siano ridotti a livelli sostenibili».