Riaperta a Potenza la chiesa della Trinità dove fu trovata Elisa Claps

Non sono bastati gli appelli, l’indignazione della famiglia, le polemiche per la presunta connivenza del clero locale con quell’omicidio e tanti aspetti ancora oscuri attorno a ciò che dovrebbe essere un luogo di culto e invece è diventato per 17 anni un luogo di morte. È stata riaperta il 24 agosto 2023, a Potenza, la chiesa della Santissima Trinità nel cui sottotetto, il 17 marzo 2010, fu trovato il cadavere di Elisa Claps, la ragazza potentina scomparsa e uccisa il 12 settembre 1993.

La riapertura secondo la famiglia Claps è «un affronto alla decenza»

La notizia è stata confermata da fonti della curia arcivescovile potentina. Da tempo era stato avviato il progetto di riapertura al culto della chiesa, che si affaccia su via Pretoria, la strada principale della città, provocando anche polemiche da parte della famiglia Claps, contraria a questa scelta. La famiglia spiegò all’epoca che l’idea di riaprire la chiesa era considerato «un affronto alla decenza consentire a quell’edificio di culto il ritorno alle ordinarie funzioni religiose».

Non è bastata la lettera di papa Francesco alla mamma di Elisa

Qualche settimana prima della riapertura papa Francesco ha inviato due lettere: una indirizzata all’arcivescovo di Potenza monsignor Salvatore Ligorio l’altra alla mamma di Elisa, Filomena Iemma. Il papa ha ringraziato l’arcivescovo, e alla famiglia ha pregato di ripensarci. La famiglia Claps ha ringraziato il pontefice attraverso le parole del fratello di Elisa, Gildo, che ha però sottolineato come la famiglia non sia comunque favorevole alla riapertura del luogo di culto.

Riaperta chiesa dove è stato trovato il corpo di Elisa Claps
Elisa Claps e Danilo Restivo (Facebook).

Chi era Elisa Claps e com’è morta: in carcere c’è Danilo Restivo

Elisa Claps, studentessa di Potenza, fu uccisa a 16 anni. Scomparve da casa nel settembre 1993 e se ne persero le tracce, fino a quando non fu rinvenuto il cadavere della ragazza proprio nel sottotetto della Chiesa di Potenza. Le indagini compiute successivamente appurarono che la morte della giovane avvenne lo stesso giorno della sua scomparsa. A ucciderla fu Danilo Restivo, che, nel periodo in cui non si sapeva ancora nulla della tragica fine di Elisa fu giudicato colpevole anche dell’uccisione, compiuta nel 2002 in territorio britannico, di una vicina di casa, Heather Barnett. Il giorno della scomparsa, pare che Elisa avesse concordato insieme a un’amica di recarsi presso la Chiesa della Santissima Trinità, per incontrare un amico che doveva consegnarle un regalo per festeggiare la promozione agli esami di riparazione. Quel giorno Daniele Restivo si presentò con gli abiti insanguinati al pronto soccorso dell’ospedale cittadino per farsi medicare un taglio alla mano, raccontando ai medici d’essersi ferito in seguito ad una caduta accidentale nel cantiere vicino alla chiesa. La ferita sembrò però essere stata provocata da una lama. Le indagini della polizia, hanno appurato che Restivo fosse solito importunare le ragazze e tagliare loro ciocche di capelli. Restivo è stato condannato a 30 anni di reclusione. La famiglia Claps ha da sempre sollevato pesanti sospetti su don Domenico Sabia, detto don Mimì, geloso “custode” della chiesa di Potenza e ora morto, accusato di essere a conoscenza del luogo in cui si trovava il cadavere di Elisa, ma di non averlo rivelato per proteggere forse lo stesso Restivo, che conosceva, tanto da essere stato immortalato in una foto con lui durante il 18esimo compleanno del futuro assassino. Ombre che restano anche ora che la chiesa è stata riaperta.

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