Regno Unito, l’infermiera killer di neonati è stata condannata

Lucy Letby, un’infermiera britannica, è stata condannata. La donna è stata giudicata colpevole di aver ucciso sette neonati, tra il giugno 2015 e lo stesso mese dell’anno successivo. I due bambini e le cinque bambine rimasti vittima dell’infermiera sono morti dopo aver ricevuto un’iniezione di aria al Chester Hospital. A raccontare quanto è stato deciso dal tribunale di Manchester è stata la Bbc. La 33enne è stata dichiarata colpevole anche per il tentato omicidio di altri sei neonati, con metodi simili a quelli utilizzati con le sette vittime. Ma ha anche tentato di ucciderli con eccessiva alimentazione o avvelenandoli con l’insulina.

Regno Unito, l'infermiera killer di neonati è stata condannata
Lucy Letby, l’infermiera condannata per l’omicidio di sette neonati (Getty).

Il procuratore: «Ha reso letali sostanze innocue»

Lucy Letby non era in tribunale per motivi di salute. Lei stessa ha spiegato ai poliziotti che l’hanno portata via da casa di aver subito un intervento chirurgico a un ginocchio nei giorni scorsi. La Bbc ha riportato anche le parole del procuratore Pascale Jones in attesa della sentenza definitiva che sarà lunedì 21 agosto: «Nelle sue mani, sostanze innocue come aria, latte o farmaci come l’insulina sono diventati letali. Ha usato come arma il suo mestiere per infliggere danni, dolore e morte. Più e più volte ha fatto del male ai bambini, in un ambiente che avrebbe dovuto essere sicuro per loro e per le loro famiglie. I genitori sono stati esposti alla sua morbosa curiosità e alla sua finta compassione».

Regno Unito, l'infermiera killer di neonati è stata condannata
L’abbraccio di chi aspettava fuori dal tribunale di Manchester (Getty).

Ian Harvey: «Ora un’indagine interna»

Tra i primi a commentare, anche gli ex direttori dell’ospedale. Tony Chambers ha affermato: «I miei pensieri vanno alle famiglie al centro di questo dramma e al dolore incredibile che hanno sofferto». Ian Harvey, invece, ha insistito: «Ora che abbiamo avuto la condanna giudiziaria serve un’indagine interna sull’accaduto».

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