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Rdc, Calderone alla Camera: «C’è chi soffia sul dissenso sociale»
La ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha risposto a un’interrogazione sulla fine del reddito di cittadinanza e l’avvio delle nuove misure. Durante il question time alla Camera ha dichiarato: «Questo governo, attraverso l’incentivo al lavoro e il sostegno necessario ai nostri concittadini più fragili, impiega ogni ora del suo tempo per contrastare e ridurre quel disagio sociale su cui qualcuno, al contrario, soffia cercando di costruire il dissenso».
La ministra: «112 mila su 159 mila sono abili al lavoro»
Calderone ha snocciolato i dati, spiegando che dei 159 mila soggetti a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza «112 mila sono attivabili sul patto del lavoro e il 35 per cento di questi ultimi risulta iscritto a una delle politiche attive previste. E quindi godrà dal 1 settembre prossimo del beneficio dei 350 euro al mese previsti dal Supporto per la formazione e lavoro». E ha aggiunto: «Questo è un obiettivo che il governo non intende mancare ma trascurato da chi, oggi, agitando gli animi evoca disordini».
Calderone: «Al presidio di Napoli circa 30 persone»
A chi ha chiesto se non ci sia il rischio di una «bomba sociale» ha poi risposto: «Si sono registrate 39 iniziative nel 2023 di cui tre dal 28 di luglio che nel complesso non hanno fatto rilevare particolari turbative. Anche il presidio di Napoli del 31 luglio nei pressi della sede Inps ha visto la partecipazione di circa 30 persone. Il ministero dell’Interno seguirà con attenzione l’evolversi della situazione». E c’è anche chi la accusa di essere sparita dopo gli sms inviati alle famiglie. Calderone replica: «Non ho mai pensato di sottrarmi al confronto con il Parlamento sui temi di cui mi occupo. Dedico sempre il massimo impegno allo scopo di fornire puntuali risposte ai quesiti che mi vengono posti anche quando gli stessi sono mossi da ragioni di parte e propagandistici».
Le critiche di Conte e della Cgil
Il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, è stato tra i primi a rispondere alla ministra: «Ripensateci, convocate un Cdm, fermate questo scempio. Mandate un nuovo sms e chiedete scusa». E ha proseguito attaccando il governo: «Avete insultato, chiamando “divanisti”, dicendo che non volevano lavorare. Dopo nove mesi, possiamo dire che chi non vuole lavorare è questo governo. Divanisti siete voi». Daniela Barbanesi, segretaria confederale della Cgil, ha parlato di «deludente assenza di concrete risposte da parte della ministra Calderone. Ribadiamo con forza la nostra richiesta di prorogare almeno fino al termine del 2023 il Reddito di Cittadinanza, unico strumento universale di contrasto alla povertà, affinché nessuno venga lasciato solo».
Gianni Alemanno: «Al fianco degli esodati del rdc»
E intanto a destra c’è chi sfida apertamente il governo. L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, portavoce del comitato Fermare la Guerra e leader del Forum per l’Indipendenza Italiana (che dal convegno di Orvieto ha sfidato Meloni) si è recato al presidio di Napoli. «Dobbiamo stare a fianco di questi veri e propri esodati del rdc che prima della scadenza dei 18 mesi previsti dal contratto firmato con lo Stato, si sono visti privare di ogni sussidio, oltretutto proprio nel mese di agosto. Ci sono le basi per un ricorso alla magistratura per ottenere il completamento dei benefici di legge fino alla fine del tempo previsto».
E ha lanciato l’appello: «Bisogna lavorare per una legge che sostituisca il rdc non con misure confuse e problematiche come quelle oggi previste dal governo, ma con lavori socialmente utili che evitino alla gente assistita di vegetare o di fare del lavoro nero». Alemanno e Marcello Taglialatela, presidente di Campo Sud, sono i promotori di un’iniziativa che punta a dare assistenza legale gratuita a chi ha ricevuto via sms la comunicazione sullo stop al reddito di cittadinanza.