Radio Rai, un medico no vax sospeso dall’Ordine ospite di Foa

È di nuovo polemica su Giù la maschera, il programma radiofonico di Marcello Foa in onda su Rai Radio 1. Nel mirino è finita l’ospitata di Massimo Citro della Riva, medico sospeso dall’ordine durante l’emergenza Covid per non aver adempiuto all’obbligo per i sanitari di vaccinarsi. «È possibile che il materiale genetico iniettato si integri nel dna umano o ne alteri l’espressione con imprevedibili e rischiose conseguenze», sosteneva lo psicoterapeuta che martedì 19 settembre è stato invitato per parlare dell’aumento dei casi. In una puntata, caso vuole, dal sottotitolo Abbiamo imparato la lezione?.

Radio Rai, un medico no vax sospeso dall’Ordine ospite di Foa
Massimo Citro della Riva ospite a Zona Bianca nel 2022.

Il dem Sensi: «Mi chiedo cosa stiano facendo della Rai»

Ad accendere la polemica è stato il senatore del Partito democratico Filippo Sensi che, in un post su X, ha tuonato: «Mi chiedo che idea di servizio pubblico ci sia dietro l’invito a Massimo Citro della Riva, che fu sospeso dall’ordine dei medici, a parlare di Covid, sparando a zero sui vaccini. Mi chiedo cosa stiano facendo della Rai, della responsabilità nei confronti di chi ascolta. Vergogna».

A “bilanciare” la presenza del medico negazionista c’erano l’infettivologo Massimo Galli e Francesco Zambon, ex capo dei ricercatori dell’Oms che scrissero il rapporto choc sulla gestione della prima ondata della pandemia da parte del governo italiano, ma agli ascoltatori non è comunque andato giù l’invito di un no vax. «Io ho cambiato frequenza, l’unica cosa che era in mio potere», ha commentato un utente. «Impossibile ascoltare posizioni estremiste su qualsiasi argomento», gli ha fatto eco un altro. E c’è chi prevede che il caso, dai social, possa presto scoppiare anche nelle sedi istituzionali.

La Rai si dissocia dalle affermazioni di Citro della Riva

Dura la reazione dei membri Pd della Commissione di Vigilanza Rai. «Questo signore, un complottista e negazionista che si è rifiutato di vaccinarsi affermando che non intendeva ‘diventare un Ogm’, per 15 minuti è stato intervistato su Rai Radio1 nella trasmissione condotta da Marcello Foa Giù la maschera. In un momento così delicato dell’azione di contrasto al Covid, con dati nuovamente preoccupanti, il Servizio di informazione pubblico non dovrebbe avere l’obbligo di puntare sulla scienza nell’offrire le informazioni più corrette e utili alle cittadine e ai cittadini italiani?», si chiedono. Intanto Viale Mazzini si è dissociata «in maniera netta dalle affermazioni del medico e, in particolare, da quelle relative alle cure che non sarebbero state garantite ai malati di Covid e da quelle sull’efficacia e sui pericoli dei nuovi vaccini», si legge in una nota della Rai. «Si tratta di affermazioni gravi che possono ingenerare confusione nell’opinione pubblica ed essere fuorvianti rispetto alla doverosa tutela della salute dei cittadini».

Pochi giorni prima le polemiche per la “difesa” di Vannacci

Le polemiche sul nuovo programma di Foa (presidente Rai durante il governo gialloverde e con un figlio nello staff della Bestia di Matteo Salvini fino al 2020) erano in realtà già iniziate al suo debutto. Durante la prima puntata, In difesa del pensiero libero, il caso del generale Vannacci era stato definito da Luca Ricolfi, uno degli ospiti fissi, «una lezione di non giornalismo», con l’accusa ai cronisti di aver costruito articoli su stralci del discusso libro «decontestualizzati». Tra espressioni come «eccessi del politicamente corretto», riflessioni sull’abuso della parola «negazionista» per espellere dal dibattito chi non è conforme al «pensiero unico» e la censura sui social media, l’impressione è stata che la trasmissione fosse un «megafono leghista».

Le perle di Citro della Riva

Come Vannacci, anche Citro della Riva è diventato scrittore di successo. Nel 2021 scalò la classifica delle vendite con il libro Eresia (edito da Byoblu) con la prefazione di Alessandro Meluzzi. Il sottotitolo? Riflessioni politicamente scorrette sulla pandemia. Nel tomo di 300 pagine, oltre a teorie bislacche sul virus – si sarebbe trattato di una strategia per ridurre la popolazione insieme con la denatalità, favorita a sua volta dalla liberazione sessuale, dalla pornografia, dall’omosessualità, dal femminismo e dalle droghe – consigliava di curare il Covid-19 con idrossiclorochina, cortisone, zinco, vitamina C e  D3. E sosteneva che l’infezione potesse essere prevenuta con «un corretto regime alimentare». Chissà se dopo il passaggio da Foa non diventi un nuovo caso editoriale come Il mondo al contrario.

 

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