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Quando i rifiuti generano energia: l’esempio virtuoso del termovalorizzatore di San Vittore
Sfruttare positivamente gli scarti, alleggerire le discariche e generare nuova energia: è questo l’intento dei termovalorizzatori, impianti di incenerimento dei rifiuti in grado di recuperare l’energia prodotta dalla combustione per trasformarla in elettricità e calore da destinare all’uso civile o industriale. Una soluzione che ha il doppio beneficio di consentire la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti, alleggerendo così la pressione sulle discariche, e di originare energia pulita – investibile, per esempio, nella rete del teleriscaldamento delle città. In Francia ce ne sono 126, in Germania 96, in Italia solo 37 e in prevalenza al Nord.
Ogni anno tonnellate di rifiuti vengono esportate per carenza di impianti di smaltimento
La scarsità degli impianti costringe il nostro Paese a esportare, ogni anno, ingenti quantitativi di rifiuti che all’estero vengono trasformati in nuove materie prime e in energia. Secondo il report Ambiente, Energia, Lavoro – La centralità dei rifiuti da attività economiche redatto da Assoambiente, nel 2019 l’Italia ha prodotto quasi 111 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (escludendo quelli del comparto costruzioni e demolizioni) di cui oltre 4 milioni di tonnellate conferiti oltre confine. Il 23 per cento degli scarti esportati è stato destinato a impianti di incenerimento o recupero energetico, andando così a generare un valore che avrebbe potuto essere prodotto nel nostro Paese se ce ne fossero state le condizioni.
Con la mancata gestione interna di così tanti rifiuti, sempre secondo Assoambiente, ogni anno si cede all’estero un valore economico pari a 1 miliardo di euro (al netto delle perdite in termini occupazionali, di produzione di materie prime ed energia e di gettito fiscale). Di qui l’importanza di investire sempre di più sullo smaltimento dei rifiuti e su soluzioni, come la termovalorizzazione, che rappresentano anche fonti energetiche alternative per un paese ad alta dipendenza energetica come il nostro (in Italia oltre il 70 per cento del fabbisogno nazionale di energia è soddisfatto dalle importazioni).
Come funziona la termovalorizzazione
In dettaglio, spiegando in maniera semplice, la termovalorizzazione avviene secondo questo processo:
- i rifiuti in ingresso nell’impianto vengono convogliati nei forni di combustione, la cui temperatura è regolata a oltre mille gradi;
- il calore prodotto dalla combustione genera valore ad alta pressione;
- il vapore, espandendosi, aziona una turbina che produce energia elettrica da immettere in rete.
Passaggi che puntano a essere sempre più efficienti anche dal punto di vista ambientale, per ridurre l’impatto dell’attività: durante la combustione, per esempio, i fumi prodotti vengono trattati più volte per ridurre al minimo le emissioni inquinanti.
L’esempio virtuoso di San Vittore
Come accennato in precedenza, i pochi termovalorizzatori presenti in Italia sono concentrati al Nord (26 su 37), mentre Centro e Sud ne hanno solo 11 (rispettivamente 5 e 6) pur essendo le zone in cui il problema rifiuti è più impellente. Una carenza che, secondo Utilitalia (la federazione che unisce le «aziende speciali operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas»), impedisce di trattare 5,7 milioni di tonnellate di spazzatura in più all’anno – quantità che viene smaltita in discarica o inviata all’estero, allontanando l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di riciclare il 65 per cento degli scarti e ricorrere agli stoccaggi per meno del 10 per cento. Basti pensare che nel Lazio, seconda regione più abitata del Paese dopo la Lombardia, è attivo un solo termovalorizzatore localizzato nel comune di San Vittore.
Gestito da Acea Ambiente, società del gruppo Acea, l’impianto di San Vittore rappresenta un esempio virtuoso nella gestione dei rifiuti urbani sia per le avanzate tecnologie utilizzate per la costruzione sia per le considerevoli potenzialità di trattamento di cui dispone. L’impianto è incluso nel piano regionale di gestione dei rifiuti e rientra tra gli insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell’ambiente. Con 83 persone impiegate e tre linee di termovalorizzazione indipendenti tra loro, ha una capacità annuale massima di trattamento pari a 397.200 tonnellate di rifiuti.
In programma la quarta linea di trattamento
Acea Ambiente ha in programma di realizzare una quarta linea, opera fondamentale per chiudere il ciclo di rifiuti. La società ha già ottenuto dalla Regione il provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) che comprende l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e la Valutazione Impatto Ambientale (VIA) per la sua realizzazione, per cui è stata esperita una gara europea. Questa linea avrà una capacità di 186 mila tonnellate annue e prevede un investimento di circa 200 milioni di euro: grazie a questo, la capacità di trattamento dell’intero impianto salirà a 447.200 tonnellate annue.
Acea è interessata a gestire anche il termovalorizzatore di Roma
Acea Ambiente, inoltre, ha presentato la propria manifestazione di interesse all’avviso pubblico indetto dal Comune di Roma per la ricerca di operatori economici interessati alla costruzione e gestione di un impianto di termovalorizzazione a Santa Palomba, al confine con Ardea e Pomezia e Albano Laziale. Il 7 giugno 2023 il sindaco Roberto Gualtieri ha dichiarato di aver ricevuto i pareri dei tecnici sulla proposta ricevuta: «Sul termovalorizzatore ho potuto, secondo i tempi e le procedure, ricevere la relazione preparata dai tecnici che hanno esaminato la proposta di Acea. La relazione è positiva: dal punto di vista tecnico sarà un impianto all’avanguardia, oltre i migliori livelli esistenti, forse l’impianto più avanzato del mondo. Ora la gara dovremmo farla ad agosto e Roma avrà il suo impianto per trasformare i rifiuti in energia e non mandarli in giro per l’Europa». Secondo il cronoprogramma dell’amministrazione capitolina, ad agosto verrà pubblicato il bando di gara, il 31 ottobre scadrà il termine per presentare le offerte e i cantieri verranno aperti entro luglio 2024. L’entrata in funzione dell’impianto è invece prevista per il secondo semestre 2026.