Putin: la Russia «è pronta ai colloqui» per porre fine alla «tragedia» della guerra in Ucraina

Vladimir Putin, intervenendo in videoconferenza al vertice del G20, ha dichiarato che la Russia è «pronta ai colloqui» per porre fine alla «tragedia» della guerra in Ucraina. Il presidente russo ha quindi accusato Kyiv di aver bloccato ogni tentativo di trattativa, ribadendo come Mosca non si sia mai rifiutata di partecipare a colloqui di pace.

Putin: «Questa guerra e la perdita di vite umane non possono che scioccarmi»

«Alcuni colleghi hanno già affermato nei loro interventi di essere scioccati dalla continua aggressione della Russia contro l’Ucraina», ha detto Putin. «Certo, le azioni militari sono sempre una tragedia per le persone, le famiglie e per il Paese nel suo insieme. Naturalmente dobbiamo pensare a come fermare questa tragedia». Il presidente russo ha quindi ribadito che «la Russia non ha mai rifiutato i negoziati di pace con l’Ucraina. Non è la Russia, bensì l’Ucraina ad aver annunciato pubblicamente il ritiro dal processo negoziale». «Questa guerra e la perdita di vite umane non possono che scioccarmi», ha quindi continuato Putin. «Il sanguinoso colpo di stato in Ucraina del 2014, seguito dalla guerra del regime di Kyiv contro il suo popolo nel Donbass, non è forse scioccante? Non è scioccante oggi lo sterminio della popolazione civile in Palestina e nella Striscia di Gaza?».

Nell’ottobre 2022 Zelensky firmò un decreto in cui dichiarava impossibile un dialogo con Putin

Putin dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, non aveva mai definito quella in corso da ormai due anni una guerra, ma una “operazione militare speciale”. Volodymyr Zelensky, dal canto suo, nell’ottobre del 2022 firmò un decreto con cui si dichiarava formalmente impossibile la prospettiva di qualsiasi dialogo con Putin, lasciando però aperta la porta a un dialogo con la Russia. E recentemente in una intervista al Sun ha rivelato che i servizi speciali russi punterebbero a sostituirlo come capo di Stato entro la fine del 2023, «utilizzando qualsiasi mezzo a sua disposizione». Compresi i moti di piazza. L’operazione di Mosca si chiamerebbe Maidan 3, nome che richiama – a parti invertite – le proteste scoppiate a Kyiv nel 2013 che portarono a un cambio di regime e alla fuga il presidente Viktor Yanukovic.

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