Proteste per le temperature in cucina, McDonald’s chiude a Bari

Dopo le proteste dei lavoratori e l’annunciato sciopero di domenica 23 luglio per le temperature insostenibili per i lavoratori che si sviluppano in cucina senza «un impianto di condizionamento adeguato», McDonald’s ha deciso di chiudere al pubblico il locale di via Sparano, nel centro di Bari. Lo rende noto la Cgil che esprime «grande soddisfazione per la decisione aziendale».

Proteste per le temperature in cucina, McDonald's chiude a Bari in via Sparano. Sit-in al ristorante di Casamassima, che rimane aperto.
Un ristorante McDonald’s (Getty Images).

A causa delle alte temperature si sono verificati diversi malori tra i lavoratori

«Dopo la dichiarazione di sciopero dei lavoratori, l’azienda ammette le temperature proibitive all’interno del ristorante e dà ragione al sindacato. Si resta chiusi in via Sparano perché le temperature non consentono il lavoro in condizioni di sicurezza», scrive il sindacato. La Cgil, che aveva proclamato una giornata di sciopero a seguito dei ripetuti malori tra i lavoratori,  in giornate in cui vengono abbondantemente superati i 40 gradi, mantiene comunque «lo stato di agitazione di tutto il personale e lo sciopero con sit-in previsto dalle ore 21 di stasera alle ore 23 a Casamassima dove l’azienda ha, al momento, deciso di lasciare aperto il ristorante sostenendo che le condizioni siano diverse e gli impianti siano in condizione di fronteggiare il caldo».

Proteste per le temperature in cucina, McDonald's chiude a Bari in via Sparano. Sit-in al ristorante di Casamassima, che rimane aperto.
Un menù di McDonald’s (Getty Images).

Il sindacato aveva chiesto la chiusura al pubblico nelle giornate da bollino rosso

«Si sono registrati diversi casi di malori tra il personale che lavora con temperature allucinanti e anche quando si è tentato di aggiungere dei condizionatori portatili l’impianto elettrico non ha retto», ha dichiarato Domenico Ficco, segretario della Cgil Bari. In assenza di un impianto di condizionamento adeguato, il sindacato aveva chiesto «con urgenza la chiusura al pubblico nelle giornate da bollino rosso e il relativo ricorso alla cassa integrazione per lavoratrici e lavoratori così come previsto dalle ultime disposizioni Inps».

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