Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
Primarie repubblicane Usa, lascia il candidato Tim Scott
Tim Scott, unico senatore afroamericano repubblicano e soprattutto unico candidato presidenziale afroamericano, ha annunciato a sorpresa la sospensione della sua campagna elettorale per la Casa Bianca. La mossa, che di fatto equivale ad un ritiro, segue quella analoga dell’ex vicepresidente Mike Pence e restringe il campo dei rivali repubblicani, dove ora la lotta per il secondo posto dietro a Donald Trump (ampiamente in testa ai sondaggi) è tra l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley, in ascesa, e il governatore della Florida Ron DeSantis, invece in calo.
Tim Scott è senatore degli Stati Uniti per la Carolina del Nord
Nato a North Charleston nel 1965, Scott nel 2011 è stato eletto con ampio margine Congresso dallo Stato della Carolina del Sud, divenendo il primo afroamericano repubblicano a ottenere un seggio. Riconfermato per un altro mandato, quando nel 2013 il senatore Jim DeMint annunciò le proprie dimissioni, Scott fu scelto come suo sostituto dall’allora governatrice Haley. Conservatore ed esponente del Tea Party, a maggio aveva annunciato la candidatura alle primarie presidenziali del Partito Repubblicano.
Ora è Nikki Haley a sfidante più accreditata di Donald Trump
Trump ha adesso solo due avversari a contendergli la vittorie nella primarie del Grand Old Party. Haley, donna e indo-americana, tra il 2017 e il 2018 è stata rappresentante permanente alle Nazioni Unite dopo aver ricoperto per sei anni l’incarico di governatrice della Carolina del Sud. È in ascesa nei sondaggi: incarna l’alternativa conservatrice moderata alle posizioni più estreme (e sguaiate) di Trump. Nel terzo trimestre del 2023 ha raccolto 11 milioni di dollari ed è uscita bene dai tre dibattiti finora svoltisi. In calo invece l’italo-americano DeSantis: l’attuale governatore della Florida ha una linea politica che si colloca ancor più a destra di quella di The Donald e, visto inizialmente come in grado di sparigliare le carte, sta pagando in particolare la comunicazione impacciata.