Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
Prigozhin è morto davvero? I dubbi su una possibile messinscena
Yevgeny Prigozhin è morto, per volere di Vladimir Putin che così si è vendicato dell’ammutinamento di fine giugno. Oppure no? A darlo per certo è il Gruppo Wagner: uno dei comandanti avrebbe riconosciuto il cadavere del fondatore della milizia mercenaria da un dito mancante, quando però era stato detto fin da subito che per identificare i corpi carbonizzati sarebbe stato necessario l’esame del Dna. Strano. La sensazione è che a essere più convinti della morte di Prigozhin siano i suoi stessi alleati e alcuni dei media a lui associati. Insomma, si sta dando per scontato che a bordo del volo Ra 02795 ci fosse anche lui ma… ci sono dei ma. Intanto lo zar si è affrettato a liquidarlo così: «Era un uomo dal destino complicato e ha commesso gravi errori nella sua vita». Ma le perplessità non sono soltanto frutto di strampalate teorie del complotto: persino il portavoce del governo francese poche ore dopo l’incidente ha espresso «ragionevoli dubbi» su quanto accaduto.

Il cadavere identificato da un dito mancante: ma non serviva l’esame del Dna?
Insieme a Prigozhin sono stati identificati anche i resti del braccio destro Dmitri Utkin, fa sapere il canale legato alla Wagner. Rimangono le perplessità espresse dagli esperti di cose russe, riguardo alla velocità con cui era stata confermata la notizia della presenza di Prigozhin sull’aereo abbattuto. È stato per primo il ben informato sito Fontanka, di San Pietroburgo (città di Putin e del suo ex cuoco) a riferire che i corpi delle 10 vittime avevano subito gravi ustioni nel rogo da renderne impossibile l’identificazione senza un esame del Dna. Eppure l’identificazione è arrivata, grazie a un dito mozzato. Utkin sarebbe stato invece riconosciuto dall’altezza e dai tatuaggi.
A plane crashed in Tver. 6 passages are reported dead: pic.twitter.com/WJbdLjrems
— Saint Javelin (@saintjavelin) August 23, 2023
Un sosia a bordo al suo posto? L’ipotesi
Dopo la fallita rivolta militare contro il Cremlino, gli investigatori russi avevano fatto irruzione nella casa di Prigozhin, trovando passaporti aggiuntivi per possibili sosia che viaggiavano a suo nome, oltre alle (divertenti, va detto) foto dei travestimenti del fondatore della Wagner. Ora, è improbabile che i sosia di Prigozhin, calvi e dai lineamenti simili, si siano sottoposti anche al taglio del dito per somigliargli ancora di più? No, non lo è. Quanto a Utkin, a bordo sì ci poteva essere davvero lui. Ma è un altro discorso. Secondo Alexey Venediktov, ex capo della stazione radio Eco di Mosca, chiusa il 3 marzo 2022 per decisione del Roskomnadzor, per i suoi servizi sull’invasione dell’Ucraina, Prigozhin sarebbe stato facile da individuare mentre entrava nell’aeroporto Vnukovo-3 e proseguiva verso la pista: il giornalista suggerisce che possa essere salito su un altro jet e non su quello poi abbattuto.
Il secondo aereo e l’esplosivo piazzato per simulare la morte
Secondo il Daily Mail, un secondo velivolo, appartenente alla Wagner, è stato visto sui radar volare sopra la stessa regione di Tzer. Sono molte le sfaccettature di questo giallo. I canali Telegram vicini alla Wagner hanno subito detto che l’aereo era stato abbattuto da un missile terra-aria lanciato dall’esercito russo. Ma il canale televisivo Tsargrad ha suggerito invece che l’aereo potrebbe essere stato fatto saltare in aria da un ordigno a bordo. Ipotesi che sembra farsi strada anche nella ricostruzione degli americani. E se lo avesse piazzato proprio Prigozhin per inscenare la sua morte?

Prigozhin era stato già dato per morto nel 2019, dopo la caduta di un altro aereo
«È stato detto che a bordo era presente un passeggero di nome Yevgeny Prigozhin. Ma è anche noto che diverse persone hanno cambiato il loro nome in Yevgeny Prigozhin, come parte dei suoi sforzi per offuscare i suoi viaggi. Quindi, finché non sapremo con certezza che si tratta del Prigozhin giusto, non sorprendiamoci se apparirà a breve in un nuovo video dall’Africa», ha scritto Keir Giles, consulente senior di Chatham House, centro studi britannico specializzato in analisi geopolitiche e delle tendenze politico-economiche globali. E questo ci porta a fare un passo indietro, a quattro anni fa. Prigozhin era stato infatti già dato per morto nel 2019, guarda caso in un incidente aereo in Africa, nello schianto di un Antonov An-72 nella Repubblica Democratica del Congo, che trasportava oltre ad alcuni membri dello staff presidenziale della Rdc anche due cittadini russi. Il capo della Wagner era poi riapparso tre giorni dopo, come se nulla fosse. E stavolta? Secondo alcuni osservatori sarebbe stata tutta una messinscena per permettere a Prigozhin di scomparire e, allo stesso tempo, a Putin di dimostrare di essere ancora in grado di punire i traditori. Amici come prima. Oppure no?