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Porto di Gioia Tauro: manifesto unitario contro la chiusura
La Piana di Gioia Tauro e l’intera Calabria si mobilitano contro il rischio di una possibile chiusura del grande porto transhipment, a causa delle restrizioni in materia ambientale disposte con una recente direttiva dell’Unione europea. Per il prossimo 16 ottobre è stato organizzato un flash mob al quale prenderanno parte lavoratori portuali, imprese che svolgono la loro attività nello scalo, istituzioni, sindaci, sindacati e associazioni di categoria.
Il manifesto: «Chiuderà Gioia Tauro?»
È stato intanto elaborato un manifesto per la difesa del porto di Gioia Tauro dove si legge: «Chiuderà Gioia Tauro? Riusciranno le istituzioni e la politica italiana a far cambiare tempistica all’Unione europea che con una direttiva, nell’ambito del pacchetto Fit For 55, ha imposto la riduzione delle emissioni in atmosfera anche in ambito marittimo, disponendo che gli armatori compensino annualmente le emissioni inquinanti prodotte. L’interrogativo attanaglia coloro che ritengono che Gioia Tauro possa, nel volgere di qualche mese, essere a rischio chiusura. O, quanto meno, a rischio di una drastica riduzione di occupazione e investimenti, causa il nuovo sistema di tassazione che potrebbe verosimilmente indurre le linee di navigazione a spostare i traffici in scali extra-europei. Il pericolo è veramente imminente. E la mancanza di concreta sensibilità su questo tema ci preoccupa».
Rischio «navi verso scali competitors»
«Il porto di Gioia Tauro» – si legge ancora nel manifesto – «il più grande d’Italia per transhipment e che quest’anno si appresta a segnare il record della movimentazione dei container nella sua storia breve ma intensa, potrebbe ritornare a essere un deserto, con le gru smontate e le navi dirette verso scali competitors che si trovano nei Paesi del Nord Africa, dove la direttiva UE non verrebbe applicata o si applicherebbe solo in parte. Difendere l’ambiente dai cambiamenti climatici in corso» – si afferma ancora nel documento – «è un dovere delle Nazioni e degli uomini, ma occorre farlo tutti insieme riavviando il nastro delle azioni da intraprendere con la massima responsabilità. Perché non si può accettare che vengano adottati drastici provvedimenti in Europa per inquinare meno e non si faccia altrettanto negli scali direttamente concorrenti a quelli europei”.