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Pnrr, per Fitto «nessun definanziamento»: ma il Servizio Studi delle Camere lo smentisce
«Gli interventi previsti all’interno del Pnrr vanno avanti regolarmente. Non c’è nessuna interruzione rispetto a tutto ciò che è previsto». Lo ha detto il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, nelle comunicazioni alla Camera sulla revisione complessiva degli investimenti del Pnrr. «Le nuove misure individuate non saranno oggetto di definanziamento, andranno avanti regolarmente», ha aggiunto sottolineando che «il governo sta garantendo il finanziamento per tutti gli interventi, che restano garantiti». Saranno, a detta di Fitto, solo oggetto di un confronto con l’Ue: «Lo dico ai sindaci, a chi ha immaginato scenari catastrofici».
«Entro il 2023 i 35 miliardi della terza e quarta rata»
Venerdì 28 luglio, ha detto Fitto, «la Commissione Ue ha dato il via libera alle proposte che il governo ha messo in campo sia relativamente all’approvazione della terza rata con modifiche che alla quarta». Un lavoro «molto complesso e articolato» su cui c’è stato «un apprezzamento pubblico da parte di molti esponenti Ue». Per cui, ha aggiunto il ministro, si sta avviando «una fase che completerà il suo iter entro il 2023 e ci consentirà di ricevere 35 miliardi che è l’intera somma prevista». Il 27 luglio Fitto ha presentato un piano di modifica del Pnrr, che prevede il definanziamento di sei differenti progetti per un valore di 16 miliardi di euro, che saranno destinanti ad altro. Tra i progetti esclusi il più importante è quello relativo al dissesto idrogeologico.
Il dossier della Cemere: «Tagli senza copertura alternativa»
Fitto ha escluso il definanziamento, ma secondo un dossier di monitoraggio del Parlamento sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’ultimo rapporto del governo riguardante il Pnrr individua invece misure da definanziare per complessivi 15,9 miliardi, senza specificare «quali saranno gli strumenti e le modalità attraverso i quali sarà mutata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate». La determinazione di tali strumenti e modalità «appare opportuna soprattutto con riguardo ai progetti che si trovano in stadio più avanzato, in ragione dei rischi di rallentamenti o incertezze attuative che potrebbero conseguire al mutamento del regime giuridico e finanziario e del sistema di rendicontazione cui tali misure sarebbero sottoposte». Tale determinazione, si legge ancora nel dossier, «appare fondamentale, inoltre, al fine di verificare che le fonti alternative di finanziamento dispongano di una adeguata dotazione di competenza e di cassa nell’ambito del bilancio dello Stato».
Schlein: «Parlamento esautorato, 10 mesi per cancellare 16 miliardi»
«Il Parlamento è stato esautorato, non basta una comunicazione d’ufficio come quella di oggi ma come previsto una discussione e un voto preventivo delle Camera. Ci avete messo 10 mesi cancellare 16 miliardi di progetti». Così la segretaria Pd Elly Schlein, alla Camera nelle dichiarazioni di voto dopo l’informativa del ministro Fitto sul Pnrr.