Perché papa Francesco punta su Zuppi come successore

Grandi manovre nei Sacri Palazzi. Papa Francesco mantiene una grande presa sugli apparati vaticani e inizia a pensare alla successione al soglio pontificio per poter consolidare la svolta verso le periferie della Chiesa e del mondo inaugurata 10 anni fa dalla sua elezione. E per una strana convergenza di interessi e visioni, sembra che il favorito di Jorge Mario Bergoglio per una continuità col primo pontificato post-occidentale della storia, che ha cambiato il baricentro della Chiesa, possa essere nientemeno che un figlio di Roma, capitale della cristianità: Matteo Maria Zuppi.

Perché papa Francesco punta su Zuppi come successore
Matteo Maria Zuppi con papa Francesco (Imagoeconomica).

Zuppi è il volto della diplomazia pontificia, più di Parolin

L’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) ha ricevuto di recente il ruolo di mediatore della Santa sede per la guerra russo-ucraina. Alla Giornata mondiale della gioventù, davanti ai giovani di tutto il mondo, Francesco ha riconosciuto il valore della sua «offensiva di pace» tendente ora verso Pechino dopo aver toccato Kyiv, Mosca e Washington. Soprattutto, di fatto Zuppi è diventato il volto della diplomazia pontificia scavalcando la Segreteria di Stato di Pietro Parolin come punto di riferimento delle mosse della Santa sede nel mondo.

Perché papa Francesco punta su Zuppi come successore
Il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin (Imagoeconomica).

Fino a poco fa non aveva grande notorietà internazionale

Una spinta così forte su un prelato illustre, ma fino a pochi mesi fa non dotato di grande notorietà internazionale che, come ha fatto notare il professor Aldo Giannuli, non ha incarichi formali se non una delega diretta del Pontefice, può essere letta come la prima mossa di una “campagna elettorale” per il dopo-Bergoglio. Certo, alla guida di Santa romana Chiesa i cardinali di un conclave devono eleggere colui che appare maggiormente illuminato dalla grazia dello Spirito santo. Ma la Chiesa è un’istituzione che guarda al divino mediando con le costrizioni dell’umano. E nell’umano convivono ansie, aspirazioni, rivalità e pulsioni ideali. Papa Francesco vuole consolidare la spinta della Chiesa in uscita e punta a un successore “bergogliano”.

Perche? papa Francesco punta su Zuppi come successore
Zuppi è presidente della Cei (Getty).

Il collegio dei cardinali elettori parla con la voce di Bergoglio

Anche la rimodulazione del collegio cardinalizio che dovrà eleggere il futuro pontefice, che sarà consolidata col concistoro di settembre, va nella direzione per cui una figura come Zuppi possa scendere in campo come candidato forte. E il collegio dei cardinali elettori, ossia quelli con meno di 80 anni, parla con la voce di Jorge Mario Bergoglio: Il 30 settembre con le 21 nuove porpore che saranno conferite da Francesco i cardinali elettori creati da Bergoglio diventeranno 99 su 137 (29 quelli fatti da Benedetto XVI, nove quelli di Giovanni Paolo II). A fine 2023 saranno 96 su 132 e al termine del 2024 91 su 119 (22 di Benedetto XVI, sei di Giovanni Paolo II).

Perche? papa Francesco punta su Zuppi come successore
Zuppi, seduto in primo piano (Getty).

La linea: opposizione ai conservatori più dogmatici

Dal Patriarca latino di Gerusalemme Pierluigi Pizzaballa a Víctor Manuel Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, passando per François-Xavier Bustillo, francescano non conventuale vescovo di Ajaccio e teologo apprezzato da Francesco, i nuovi cardinali saranno in larga parte di età inferiore ai 65 anni, con la prospettiva di essere elettori per oltre un decennio, e risponderanno alle visioni del mondo su cui Francesco e Zuppi convergono: opposizione ai conservatori più dogmatici, dialogo interreligioso, apertura alle fragilità economiche e sociali, annacquamento del peso della Curia con la nomina di figure emergenti ai dicasteri chiave, attenzione alla diplomazia verso Terzo mondo e aree come Russia e Cina sono il filo conduttore.

Contro lo strapotere del consumismo e la visione anti-migranti

In quest’ottica Zuppi, che ha di recente pubblicato con l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni il libro Non arrendiamoci, ha mostrato in sinergia con l’ex segretario del Partito democratico il suo manifesto programmatico come uomo di Chiesa nella sua istituzione e all’esterno: denuncia lo strapotere del consumismo, l’annichilimento dei legami umani più forti, la matrice anti-cristiana dell’atteggiamento verso i migranti in molti Paesi. Elogia l’ecumenismo e parla di rifondazione della società da compiersi attraverso pacifismo e inclusione. In questo si rispecchia tutta la vicinanza di Zuppi alla visione del mondo proprio della Comunità di Sant’Egidio di Andrea Riccardi, che come avevamo raccontato su Tag43 da tempo lavora per costruire un’opzione-Zuppi in vista del futuro Conclave. I nomi e i numeri giocano a favore della continuità con il bergoglismo. E in vista del futuro voto dei porporati, Zuppi appare il front-runner. Un italiano pronto a confermare la svolta post-europea della Chiesa? Ancora presto per dirlo. Molto dipenderà dalle scelte di Francesco: si dimetterà? Manterrà il pontificato a vita? Farà ulteriori svolte nel collegio? Interrogatori legittimi e a cui non si può dare ora risposta. Mentre invece appare evidente la sintonia tra Francesco e Zuppi, sempre più “delfino” di Sua santità.

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