Perché donare sangue ora più che mai è importante e sicuro

Ancor prima dell'emergenza coronavirus, a inizio marzo, mancavano 2 mila sacche. I timori successivi hanno contribuiti ad aumentare l'allarme. E ora si moltipliccano gli appelli.

Già nella prima settimana di marzo, quando ancora le misure contro l’epidemia di coronavirus non erano state varate, mancavano 2 mila sacche di sangue e il problema è peggiorato nei giorni successivi, con molte persone che non sono andate a donare, un po’ per la paura del virus un po’ perché non era chiaro se fosse possibile uscire per andare ai centri di raccolta. In queste ore, dopo che ieri ha affrontato il tema anche il commissario della Protezione civile Angelo Borrelli, il caso è rimbalzato anche sui social, con appelli a donare anche da parte di persone famose, oltre che di politici da Salvini a Di Maio.

ALL’APPELLO MANCA IL 10% DEL NECESSARIO

Nella settimana tra il 2 e l’8 marzo sono state raccolte 2 mila sacche di sangue in meno rispetto al fabbisogno, segnala Giancarlo Liumbruno, direttore generale del Centro Nazionale Sangue (Cns), circa il 10% in meno di quanto necessario. «Si è riusciti a mantenere il sistema in equilibrio grazie alla compensazione interregionale» – spiega – «alle scorte e al fatto che in molte aree sono stati rinviati gli interventi non urgenti, ma se il trend rimane sarà impossibile garantire il fabbisogno, che normalmente è di circa 48 mila sacche alla settimana consumate per circa 1.800 pazienti al giorno».

LE RIPERCUSSIONI DELL’ALLARME IN LOMBARDIA

Tra le regioni in rosso, ha ricordato il presidente di Avis Lombardia Oscar Bianchi, c’è anche quella ‘epicentro’ dell’epidemia. «In Lombardia la produzione è stata di 7.712 unità a fronte di un consumo di 8.275, quindi abbiamo utilizzato 563 sacche in più« – spiega – «dei 2 milioni di sacche di sangue e plasma prodotte ogni anno nel nostro Paese, 500 mila, ben un quarto, vengono dalla Lombardia. Non solo il territorio lombardo è autosufficiente in questo campo, ma contribuisce storicamente alle necessità di altre zone, in particolare Lazio e Sardegna. E in queste regioni, come pure in Campania e Sicilia, l’allarme è già scattato».

CHIAMARE IL PUNTO DI RACCOLTA PER EVITARE ASSEMBRAMENTI

Anche un’altra regione ‘virtuosa’, il Friuli Venezia Giulia, ha denunciato un calo del 20% nella raccolta, e diversi presidenti di regione, dalla Campania al Molise, hanno fatto appelli a donare, condivisi anche da personaggi famosi, dallo scrittore Gianrico Carofiglio, che ha postato una foto su Twitter mentre donava, alla presentatrice Victoria Cabello all’attrice Lodovica Comello a Carlo Verdone, che ha ricordato che il Lazio è una delle regioni con più problemi in questo senso. Anche diversi politici nazionali, da Di Maio a Salvini a Zingaretti a Meloni hanno fatto appelli in questo senso. Il consiglio per tutti, specifica il Cns, è di chiamare il punto di raccolta per prenotare la donazione ed evitare assembramenti.

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