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Per Moody’s la tassa sulle banche è negativa per il settore
Secondo gli analisti di Moody’s, la nuova tassa sugli extra profitti «è credit negative» per il settore. Secondo i calcoli proforma su cinque banche che rappresentano oltre il 60 per cento del margine di interesse del sistema bancario italiano a fine 2022 (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Bper, Banco Bpm e Mps), «la nuova imposta ridurrà sensibilmente il loro reddito netto» con un peso di «circa il 15 per cento dell’utile netto 2022 del sistema». L’imposta va inoltre «ad aggiungersi a una serie di altri vincoli alla redditività delle banche italiane come la modesta attività di prestito o l’aumento delle spese operative». Eppure per il 2023, sottolineano gli analisti, «al netto dell’imposta sugli extra profitti la redditività rimarrebbe al di sopra dell’utile netto del 2022». Gli esperti hanno infatti dichiarato che il report «non annuncia un’azione di valutazione del credito».
L’Italia ha seguito l’esempio di altri paesi europei
Sull’extra tassa sulle banche, l’Italia sta seguendo altri paesi europei che hanno imposto tasse simili sui loro sistemi bancari come la Spagna, l’Ungheria e la Repubblica Ceca. Ma gli analisti hanno precisato che, «a differenza del regime italiano che si applica a tutte le banche del Paese, il prelievo spagnolo si applica solo alle banche che hanno generato più di 800 milioni di euro di reddito imponibile nel 2019 o che sono vigilati dalla Banca Centrale Europea».
L’Abi si riunisce per fare il punto
Intanto nella mattinata di giovedì 10 agosto, secondo quanto si apprende, si è tenuta la riunione del comitato di presidenza dell’Abi (si sarebbe svolta da remoto), decisa per fare il punto sulla decisione del governo di tassare gli extraprofitti delle banche. Una mossa che ha colto di sorpresa gli istituti di credito, i cui titoli a Piazza Affari sono stati protagonisti di un tonfo prima del rimbalzo del giorno precedente. Al momento non è stata diffusa alcuna comunicazione.