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Patrick Zaki torna nella sua Bologna: «Due settimane e poi vado in Egitto a sposarmi»
Patrick Zaki sarà nella sua Bologna sabato 22 luglio. Lo studente è finalmente libero, dopo che il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi ha concesso la grazia a 24 ore dalla condanna a tre anni di reclusione.
Zaki: «Voglio una vita normale a Bologna dopo anni di assenza»
Dal primo momento Zaki ha espresso un unico grande desiderio: ritornare a Bologna, la città che lo ha accolto e dove lo studente ha frequentato un master in studi di genere. «Dal primo giorno in cui sono uscito ho detto che volevo tornare a Bologna», ha scritto su Repubblica. «Sogno Bologna, sogno Piazza Maggiore, sogno di passeggiare nelle strade che mi sono mancate così tanto, sogno di rivedere la mia università, i miei colleghi e tutte le persone che mi hanno sostenuto in questi mesi e che sono tantissime. Succederà prestissimo, ve lo assicuro». Sempre sul quotidiano Zaki ha anche assicurato che tra le prime cose che farà una volta in città «sarà fare l’abbonamento per seguire il Bologna calcio allo stadio Dall’Ara: la prossima stagione voglio essere lì a tifare per la mia squadra del cuore».
A settembre il matrimonio in Egitto
A settembre, invece, Zaki dovrà tornare in Egitto per sposare la fidanzata Reny Iskander. Lo ha specificato lo stesso studente parlando ai giornalisti al Cairo. «Sarò a Bologna due settimane per incontrare i miei amici, i miei professori, tutte le persone che mi mancano in Italia. Dopo il matrimonio in Egitto sicuramente tornerò in Italia per riprendere i miei studi e la mia vita a Bologna». E, con un velo di commozione e sorpresa, ha aggiunto: «La cosa buona è che adesso sono libero di andare a Bologna, di tornare in Egitto, di fare qualsiasi cosa voglia, in piena libertà».
La polemica per il volo di linea
Il ritorno in Italia avverrà con un volo di linea. Una scelta che, secondo Libero, sarebbe stata dettata per evitare il volo di Stato e dunque la passerella politica degli esponenti di governo a partire dalla premier Giorgia Meloni. Vero è che Zaki aveva subito ringraziato il governo italiano prima appena uscito dall’ambasciata a Il Cairo e poi con un post su Facebook: «Ringrazio anche il governo italiano, il parlamento italiano, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri che mi hanno sostenuto durante tutto il periodo di reclusione e il processo solo per essere laureato in un’università italiana, pur non essendo cittadino italiano». Fuori tempo massimo dunque il commento piccato del forzista Maurizio Gasparri che si era chiesto se lo studente avrebbe trovato «il tempo di ringraziare il governo italiano al quale deve questo risultato».