Paolo Mieli e quella strana difesa della ministra Santanchè

In questi giorni una domanda circola insistentemente nei salotti di Roma e i salottini di Milano. Ma perché Paolo Mieli difende così a spada tratta Daniela Santanchè? L’ex direttore del Corriere della sera in più occasioni si è profuso nel gettare acqua sul fuoco della polemica. Lo ha fatto una prima volta a Capri, interloquendo con la ministra che era ospite della rassegna Capri d’autore. «Prendila per il verso giusto, se non ci fosse stata la polemica tanti illustri colleghi non sarebbero corsi qui a sentirti, col vantaggio che l’isola e questa rassegna sono balzati agli onori della cronaca». Una secondo volta in uno dei suoi tanti interventi televisivi (oramai Mieli è a pieno titolo iscritto alla compagnai di giro che popola i vari talk show) stigmatizzando il fatto – e Il Fatto era anche il giornale cui si riferiva – che con tutto quello che succede al mondo la stampa italiana desse enorme risalto alle vicende che riguardano la Pitonessa.

Rilettura critica pure sul suo scoop più famoso

Tanto ardore difensivo ha suscitato non poche chiacchiere. C’è qualcosa che non sappiamo della lunga conoscenza tra il giornalista e la ministra? «Niente di tutto questo», spiega un amico di Mieli. «È che invecchiando a Paolo piace sempre di più recitare la parte del bastian contrario. Lo ha fatto persino col suo scoop più famoso, rileggendo criticamente il giorno della morte di Silvio Berlusconi (qualcosa non torna di quella vicenda) la notizia dell’avviso di garanzia al Cavaliere data dal Corriere in pieno vertice di Pratica di Mare».

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