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Operato per alluce valgo perde un piede e una gamba
Doveva essere un intervento di routine, una semplice operazione di correzione dell’alluce valgo ma il paziente, per via di alcune patologie che non erano state tenute in considerazione e avrebbero sconsigliato l’intervento, è andato incontro a un calvario che ha portato all’amputazione del piede e di una gamba. Per questo tre ospedali sono stati condannati a risarcire l’uomo e i suoi due figli, in misura diversa. Il giudice di Bologna che ha emesso la sentenza, sulla scorta di una consulenza, ha rilevato come l’operazione sia stata eseguita senza «procedere ai necessari e doverosi accertamenti angiologici» nella casa di cura Villa Erbosa (Bologna) dove l’uomo aveva contratto un’infezione «non adeguatamente e tempestivamente curata dai sanitari».
«Condotte negligenti e tardivo intervento»
All’Istituto Humanitas Mater Domini di Castellanza (Varese) si contesta la tardiva individuazione del quadro settico e il mancato ricovero dopo il pronto soccorso. «L’evoluzione negativa delle condizioni del paziente in seguito registratasi, culminata dapprima con l’amputazione del piede sinistro e poi della gamba destra, trova dunque origine nelle condotte negligenti attuata dalle due strutture» ha scritto il giudice. Poi «si è innestato il contributo dell’allora Asst di Monza ospedale San Gerardo (ora Fondazione San Gerardo dei Tintoti nrd.) che, omettendo di intervenire in modo tempestivo e adeguato, ha contribuito all’epilogo del decorso clinico con l’amputazione dell’altro arto». Il paziente infatti era stato una prima volta dimesso con la prescizione di un farmaco «sostanzialmente inutile» e le sue condizioni erano peggiorate.