Olanda, l’estrema destra di Geert Wilders prima negli exit poll

L’Olanda vira a destra. Geert Wilders, leader ultra nazionalista e anti-Islam, è in testa nei primi exit poll. Sei risultati dovessero essere confermati, il Partito per la libertà (PVV), sarà la prima forza del Paese provocando un terremoto politico le cui conseguenze si avvertiranno in tutta Europa.  Secondo le previsioni, gli ultranazionalisti il cui programma prevede “no ai migranti, no alle scuole islamiche, no al Corano e no alle moschee” otterranno in parlamento 35 seggi su 150, più del doppio rispetto alle elezioni del 2021. Tuttavia non è ancora chiaro se Wilders, finora all’opposizione, avrà i numeri per formare una coalizione. «La campagna è finita e gli elettori si sono espressi», ha dichiarato il leader di estrema destra dopo la diffusione dei primi exit poll appellandosi agli altri partiti. «Ora bisognerà cercare accordi tra di noi. Con uno splendido risultato di 35 seggi, il PVV non può più essere ignorato».

Olanda, l'estrema destra di Wilders prima negli exit poll
Geert Wilders, leader del PVV, dopo la pubblicazione dei primi exit poll (Getty Images).

Per Wilders sarà difficile comporre una coalizione di governo

Nonostante si dica fiducioso, per Wilders non sarà facile trovare la quadra. Tre dei maggiori partiti olandesi hanno dichiarato che non entreranno in una coalizione con il PVV. Dall’alleanza Laburisti-Verdi guidati dall’ex vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, a cui andrebbero 26 seggi, al Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) guidato dall’unica donna il corsa, Dilan Yesilgoz, candidata di origini curde considerata l’erede di Rutte e ferma a 23 seggi. Fino al Nuovo contratto sociale (Nsc) fondato soltanto lo scorso agosto dall’outsider cristiano-democratico Pieter Omtzigt, con 20 seggi. Il Partito liberal-conservatore per la Libertà e la Democrazia del primo ministro uscente Mark Rutte, che al momento avrebbe 24 seggi, si era detto aperto all’idea di entrare in una coalizione con il PVV ma ha escluso di sostenere Wilders come primo ministro.

Olanda, l'estrema destra di Wilders prima negli exit poll
Frans Timmermans (Getty Images).

Il rischio di stallo costituzionale

Tradizionalmente in Olanda è il partito che ottiene il maggior numero di seggi a esprimere il primo ministro, ma non è affatto garantito che sia così. Rutte manterrà il suo ruolo finché non verrà insediato un nuovo governo, cosa che potrebbe avvenire non prima della prossima primavera. Il risultato delle elezioni rischia di portare a uno «stallo costituzionale», ha affermato Kate Parker dell’Economist Intelligence Unit. Secondo gli analisti i negoziati per formare una coalizione potrebbero rivelarsi più lunghi e complessi di quelli del 2021 quando quattro partiti impiegarono ben 271 giorni per trovare un accordo.

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Il primo ministro olandese uscente Mark Rutte (Getty Images).

Le congratulazioni dei leader di estrema destra: da Orban a Le Pen fino a Salvini

Intanto i leader di estrema destra europei si sono immediatamente congratulati con il vincitore. «I venti del cambiamento sono qui! Congratulazioni a Geert Wilder per aver vinto le elezioni olandesi!», ha commentato su X il premier ungherese Viktor Orban.

«Congratulazioni a Geert Wilders e al Pvv per la loro spettacolare prestazione alle elezioni legislative che conferma il crescente attaccamento alla difesa delle identità nazionali», ha postato la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, aggiungendo: «È grazie ai popoli che rifiutano di vedere spenta la fiamma nazionale che la speranza del cambiamento resta viva in Europa».

Complimenti a Wilders sono arrivati anche dall’estrema destra tedesca dell’AfD. Non poteva mancare Matteo Salvini che sempre sui social ha scritto: «Congratulazioni all’amico Geert Wilders, leader del PVV e storico alleato della Lega, per questa straordinaria vittoria elettorale». Il vicepremier ha poi colto l’occasione per ricordare l’appuntamento con gli alleati europei di domenica 3 dicembre a Firenze.

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