Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
Niger, assalto all’ambasciata francese: protesta con bandiere russe e cori per Putin
Sempre più alta la tensione in Niger, dopo il colpo di Stato che ha deposto il presidente Mohamed Bazoum. Migliaia di manifestanti pro-giunta si sono radunati davanti all’ambasciata francese nella capitale Niamey, dopo che Parigi ha sospeso gli aiuti a seguito del golpe. Come riporta l’agenzia Afp, alcuni hanno anche cercato di entrare nell’edificio. Altri hanno strappato la targa con la scritta “Ambasciata francese in Niger”, per poi calpestarla e sostituirla con quelle di Russia e Niger. Tra gli slogan dei manifestanti, che sono stati poi dispersi dai militari con i lacrimogeni, « Abbasso la Francia», «Viva la Russia» e cori a favore di Vladimir Putin.
L’Eliseo «non tollererà alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi»
Il ministero degli Esteri francese ha condannato «qualsiasi violenza contro le missioni diplomatiche, la cui sicurezza è responsabilità dello Stato ospitante in base alla Convenzione di Vienna», dopo che l’ambasciata è stata presa di mira dai manifestanti favorevoli ai golpisti militari che hanno rovesciato il presidente eletto Bazoum. «Chiunque attacchi cittadini francesi, esercito, diplomatici e diritti di passaggio francesi vedrebbe la Francia rispondere in modo immediato e senza esitazioni. Il presidente della Repubblica non tollererà alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi», si legge in una nota dell’Eliseo. Nell’ambito dell’operazione antiterrorismo Barkhane, Parigi ha 1.500 soldati in Niger, ora controllato da una giunta guidata dal generale Abdourahamane Tchiani, comandante della Guardia presidenziale, che ha rinchiuso Bazoum nella sua residenza. I golpisti in Niger hanno accusato la Francia di aver fatto atterrare un aereo militare sfidando il loro ordine di chiusura dei confini del Paese.
Ultimatum dei Paesi dell’Africa occidentale: reinsediare Bazoum o interverremo
L’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, ha dato un ultimatum di una settimana ai golpisti in Niger per il ripristino dell’ordine costituzionale e del governo civile del presidente Bazoum, non escludendo l’uso della forza se ciò non accadrà. Lo hanno deciso i leader riuniti a Abuja, capitale della Nigeria. L’organizzazione ha anche deciso di imporre sanzioni economiche «immediate» al Niger.